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Morto di covid il padre della bomba atomica pakistana

Abdul Qadeer Khan

Morto ad 85 anni di covid il padre della bomba atomica pakistana: si era contagiato ad agosto ma le sue condizioni sono peggiorate all'improvviso

È morto di covid ad Islamabad a 85 anni Abdul Qadeer Khan, il “padre” della bomba atomica pakistana, l’uomo che aveva permesso la trasformazione dello stato asiatico in potenza nucleare e che per questo suo ruolo era considerato un eroe nazionale. Lo scienziato era stato contagiato dal coronavirus ad agosto e, secondo l’annuncio della televisione statale PTV, era stato condotto di nuovo nell’ospedale KRL per nuovi e seri problemi ai polmoni sfociati nel suo decesso. 

Morto il padre dell’atomica pakistana: perché non era uno “scienziato qualunque”

Abdul Qadeer Khan non era uno scienziato “qualunque”, non in Pakistan, lo dimostrano le migliaia di attestazioni che stanno inondando i social in queste ore da parte degli utenti pakistani più nazionalisti (praticamente tutti). Khan aveva trasformato il Pakistan islamico e rurale che si contrapponeva all’ex “madrepatria” India, già dotata del nucleare, in una potenza atomica a tutti gli effetti. Potenza che era andata molto vicina alla “triade”, cioè ad avere spot di lancio di vettori a testata nucleare sia da terra che dall’aria e dal mare

Il rapporto difficile fra il padre dell’atomica pakistana morto in queste ore e l’Occidente

Ovvio che avere la prima potenza islamica al mondo dotata di armi nucleari non aveva rassicurato molto l’Occidente. E per questo motivo in Europa e negli Usa Abdul Qadeer Khan non era mai stato visto con particolare benevolenza. Una ostilità che divenne fattuale quando nel 2004 scoppiò uno scandalo internazionale che vedeva coinvolto proprio lo scienziato. Quale? Quello per il quale si scoprì che Khan era responsabile di contrabbando di tecnologia nucleare militare verso alcuni stati canaglia. 

Il tweet del presidente del Pakistan sul padre dell’atomica pakistana, morto di coronavirus

Accadde nel gennaio del 2004: messo alle strette lo scienziato confessò di essere coinvolto in una rete internazionale che trafficava tecnologie nucleari che dal Pakistan aveva come target Libia e Corea del Nord, pare in questo ultimo caso con l’aiuto determinante dei servizi della Cina. In ballo c’era il potenziamemto dei temibili missili IRBM Radong e gli Usa presero molto sul serio la faccenda, tanto che Khan divenne un target non ufficiale dei kill team a stelle e strisce. Il 5 febbraio di quell’anno il presidente e generale Pervez Musharraf lo perdonò. Dal canto suo l’attuale presidente del Pakistan, Arif Alvi, amico di Khan dal 1982, ha dichiarato in un tweet di essere “profondamente rattristato nell’apprendere della morte del dottor Abdul Qadeer Khan”.