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Nicolas Schon, la criminologa Bruzzone: "La madre mente"

Nuove ipotesi sul caso Nicolas Schon

La celebre criminologia ritiene che la madre di Nicolas abbia mentito: potrebbe aver soffocato il bimbo con un cuscino.

Proseguono le indagini sulla morte del piccolo Nicolas Schon, il bambino di 4 anni morto soffocato a Carpi il 23 aprile. La reale causa della morte del piccolo è ancora ignota e la polizia si è fin da subito concentrata sulla madre, Anna Beltrami, la cui versione dei fatti sembra non combaciare con le prove autoptiche. La criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone ha espresso le sue riserve sulla posizione della donna: “Sono davvero molti gli aspetti che non tornano nella versione fornita da Anna Beltrami”. Secondo le ipotesi della Buzzone, la Beltrami potrebbe aver soffocato Nicolas con un cuscino morbido.

Il caso Nicolas Schon

Nicolas Schon aveva solo 4 anni quando ha perso la vita a causa di un soffocamento. Il bambino di Carpi è deceduto il 23 aprile 2018, dopo i disperati tentativi dei medici di salvarlo. La polizia ha immediatamente aperto un’indagine e la prima persona a essere inserita nell’elenco dei sospettati è la madre, Anna Beltrami. La donna ha dichiarato con certezza che la morte del figlio è dovuta all’ostruzione delle vie aeree a causa di un giocattolo. Versione che però non combacia con quanto rilevato dal medico legale durante l’autopsia.

La gola del piccolo Nicolas infatti non presenta le lesioni che ci si aspetterebbe in seguito a un trauma del genere. Ciò che il medico legale ha rilevato è invece una lesione sulla fronte del bambino e delle ecchimosi sulle labbra. Segni compatibili con l’ipotesi di un soffocamento meccanico, ma che potrebbero anche essere stati provocati dal cruscotto dell’auto con cui la madre lo ha trasportato in ospedale.

La criminologa Roberta Bruzzone

Sul caso Schon si è espressa anche la famosa criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone, attraverso la sua rubrica sul settimanale Giallo. La Bruzzone ritiene che la madre di Nicolas abbia mentito sull’accaduto. “Sono davvero molti gli aspetti che non tornano nella versione fornita da Anna Beltrami”.

Basandosi sul referto autoptico, la criminologa afferma: “A mio avviso, dal momento che sono assenti elementi riconducibili a uno strangolamento, è possibile che il bimbo sia stato soffocato ponendo sul suo volto un mezzo morbido, come un cuscino. Se tale ipotesi dovesse trovare conferma, l’ipotesi omicidiaria diverrebbe l’unica pista prospettabile”.

La Bruzzone ha inoltre sottolineato come Anna Beltrami si sia comportata in modo alquanto sospetto nei momenti immediatamente precedenti alla morte del figlio. Fa discutere, in particolare, la fotografia scattata dalla Beltrami al figlio agonizzante e inviata al proprio capo. “Ci sono poi numerosi comportamenti della Beltrami che contribuiscono a incrementare le perplessità degli inquirenti”, scrive la criminologa. “Non ultimo l’aver fotografato il figlio in fase agonica per inviare l’immagine al datore di lavoro e per giustificare la sua assenza”.

La criminologa Roberta Bruzzone

Chi è Roberta Bruzzone

Roberta Bruzzone è nata a Finale Ligure nel 1973. Laureata con il massimo dei voti in Psicologia Clinica all’Università degli Studi di Torino, è una criminologa e psicologa forense. È nota al pubblico italiano per la sua assidua partecipazione a programmi televisivi come Porta a porta, dove compare come ospite per dare la propria opinione sui casi giudiziari che dividono l’opinione pubblica.