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Omicidio Vetralla, lo zio di Matias entra in ospedale armato: "Ditemi dov'è il padre. Lo ammazzo"

Omicidio Vetralla zio Matias

Lo zio di Matias, nel tentativo di cercare il padre che lo ha ucciso, si è recato in ospedale armato di coltello: "Ditemi dov'è. Lo ammazzo"

“Ditemi dov’è il padre che lo ammazzo”, sono queste le parole completamente prive di controllo dello zio del piccolo Matias, il bimbo assassinato brutalmente dal padre a Vetralla. L’uomo ha pronunciato queste parole piene di rabbia proprio mentre ha cercato di entrare all’interno dell’ospedale Belcolle di Viterbo nel tentativo di raggiungere l’uomo che, attualmente si trova nel reparto dei detenuti dove è stato ricoverato dopo aver tentato il suicidio poco dopo la morte del figlio. 

Omicidio Vetralla zio Matias, la vicenda 

Stando a quanto appreso l’uomo si sarebbe presentato all’interno del nosocomio con in mano un coltello chiedendo informazioni su dove si trovasse il 44enne Mirko Tomkow. A fermare l’uomo sul posto sono stati i Carabinieri che, dopo averlo bloccato lo hanno sedato, quindi è stato ricoverato in stato di shock. 

Omicidio Vetralla zio Matias, la successiva denuncia

Ad ogni modo l’intervento dei Carabinieri in questa particolare occasione sarebbe stato provvidenziale: la tempestività con la quale hanno agito ha evitato che potesse avvenire il peggio. A seguito dell’irruzione nell’ospedale, lo zio di Matias Ubaldo Marcelli sarebbe stato denunciato con l’accusa di detenzione di porto abusivo di arma da taglio. 

Omicidio Vetralla zio Matias, il funerale del piccolo 

Nella giornata di sabato 20 novembre nella chiesa di Santa Maria del Soccorso a Cura di Vetralla sono stati celebrati i funerali del piccolo Matias: “Chiediamo perdono se non abbiamo saputo stare vicino alle persone che abbiamo accanto, ad amare come è giusto. Assumiamoci tutte le nostre responsabilità, personali e comunitarie, chiedendo perdono”, ha dichiarato il parroco della Parrocchia Don Paolo. 

Alle esequie del bambino hanno preso parte centinaia di persone tra le quali, il primo cittadino Sandrino Aquilani, alcuni esponenti del comando provinciale dei Carabinieri oltre che il dirigente scolastico e i compagni di scuola di Matias. Particolarmente significativo il lancio dei palloncini sui quali è stato scritto il nome dei bambini e delle bambine che ha conosciuto Matias.