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Papa Francesco contro la Chiesa negli Stati Uniti sull'omosessualità: "Indietrismo inutile"

Pontefice

Il Pontefice riprende la parola sull'omosessualità in un colloquio con La Civiltà Cattolica: l'attacco all'indietrismo dei reazionari statunitensi e la difesa di una comprensione che si evolve di continuo

«Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla?». Così Papa Francesco nel 2013 per la prima volta si espresse sul tema dell’omosessualità. Una posizione spiazzante – almeno nei termini conservatori –, tuttavia largamente apprezzata (anche) tra i religiosi. Dopo più riprese durante gli anni, il Pontefice torna a parlare della posizione della Chiesa riguardo la considerazione e la conseguente accettazione di gay e trans all’interno della comunità ecclesiastica.

«Progredire, non arrampicarsi»: contro l’indietrismo della Chiesa statunitense

«Non temo una società sessualizzata» afferma convinto Papa Bergoglio ai microfoni de La Civiltà Cattolica in un’aperta critica ai cattolici negli Usa, tra i quali riscontra esserci «un’attitudine reazionaria molto forte». Di seguito, un estratto della sua dichiarazione (pubblicata da La Repubblica):

«Quello che a me non piace affatto è che si guardi al cosiddetto peccato della carne come si è fatto per tanto tempo a proposito del sesto comandamento. Sono persone che si sentono rifiutate, ed è davvero dura per loro. Se sfruttavi gli operai, se mentivi o imbrogliavi, non contava, e invece erano rilevanti i peccati sotto la cintola. La comprensione dell’uomo muta col tempo e così anche la coscienza dell’uomo si approfondisce. Anche le altre scienze e la loro evoluzione aiutano la Chiesa in questa crescita nella comprensione. Mi fa paura come ci rapportiamo a essa, questo sì. Ho paura dei criteri mondani. Preferisco usare il termine ‘mondani’ piuttosto che ‘sessualizzati’, perché abbraccia tutto. Per esempio, la smania di promuoversi, l’ansia di risaltare o, come diciamo in Argentina, di arrampicarsi. E pensare che chi si arrampica finisce per farsi male da solo. Mia nonna, che era una vecchia saggia, un giorno ci disse che nella vita bisogna progredire, comprare un terreno, i mattoni, la casa. Parole chiare, venivano dall’esperienza dell’emigrante. Ma non confondete il progredire, diceva la nonna, con l’arrampicarsi. Infatti chi si arrampica sale, sale, sale e, invece di avere una casa, di mettere su un’impresa, di lavorare o farsi una posizione, quando è in alto l’unica cosa che mostra è il sedere».