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Pensioni minime e misure per la natalità: cosa cambia nel Def

La premier Meloni con il ministro Giorgetti

Pensioni minime e misure per la natalità: dal vecchio cavallo di battaglia di Forza Italia alla questione chiave per Fdi

Dopo il varo in Cdm adesso l’esecutivo punta i singoli temi mentre tutto approda alle Camere: pensioni minime e misure per la natalità, con il Def in Parlamento è in atto la discussione sul Documento di economia e finanza con dei cambiamenti. I partiti di maggioranza che hanno votato il pacchetto adesso avanzano le loro singole richieste. A Montecitorio per esempio è giunta la risoluzione sull’aumento delle pensioni minime, rovello storico di Forza Italia, più un ulteriore taglio del cuneo fiscale e misure per il sostegno della natalità.

Pensioni minime e misure per la natalità

Si tratta di nove gli impegni economici che i partiti di maggioranza hanno in agenda Def. In primis c’è la riduzione del debito, nello specifico di “conseguire i saldi programmatici del bilancio dello Stato e quelli di finanza pubblica in termini di indebitamento netto rispetto al prodotto interno lordo (PIL), nonché il rapporto programmatico debito-PlL”. Poi c’è il tema della produzione economica e dell’abbassamento della pressione fiscale. Poi c’è l’impegno cruciale per aumentare le pensioni minime.

Il vecchio cavallo di battaglia del Cav

Era stato il partito guidato da Silvio Berlusconi a promettere in campagna elettorale di portare le pensioni minime a mille euro, poi era arrivata la Manovra e la cosa era saltata. Con un margine ridotto gli azzurri avevano riparametrato l’obiettivo nell’orizzonte della legislatura. Nel Def si chiede al governo di “valutare nell’ambito degli eventuali spazi di bilancio che si renderanno disponibili per la prossima Manovra di bilancio un intervento in materia di innalzamento delle pensioni minime“.

La risoluzione: “Proteggere la maternità”

E in tema di natalità? C’è una specifica risoluzione che impegna l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni a “introdurre misure anche di carattere strutturale per il sostegno della natalità e della famiglia, proteggendo la maternità, potenziando i servizi territoriali destinati alla cura dei bambini, in particolare quelli educativi, promuovendo iniziative di conciliazione dei tempi famiglia-lavoro e agevolando le famiglie con figli sotto il profilo della fiscalità”. Questo “al fine di invertire progressivamente la tendenza del calo delle nascite, anche al fine di garantire la tenuta del sistema pensionistico e la sostenibilità del debito pubblico”.