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Piemonte: dopo la comparsa di cartelli contro i migranti, chirurgo annuncia che non curerà razzisti

razzisti

In Piemonte, un medico, in seguito ad alcuni cartelli comparsi contro i migranti, ha deciso che non curerà i razzisti. Ecco la sua storia.

In seguito a una serie di cartelli comparsi contro i migranti, un medico o meglio un chirurgo della provincia di Cuneo, ha preso una decisione radicale e un po’ estremista. Ha deciso di non curare più i razzisti. Il fatto, la vicenda si è svolta in provincia di Cuneo, nel Piemonte, nelle frazioni di Roata Canale e Spinetta. Proprio qui sono spuntati dei cartelli che si dichiaravano contrari all’arrivo dei migranti, una ventina e che sarebbero stati ospiti della parrocchia.

Il cartello contro i migranti diceva queste cose:

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Un cartello inneggiante il razzismo e che dimostra che i migranti non sono i benvenuti in quelle frazioni della provincia di Cuneo. Di fronte a un messaggio e a delle parole così forti, il chirurgo Corrado Lauro ha espresso il suo parere in un post su Facebook. Ecco le parole scritte dal chirurgo, il quale ha deciso di prendere posizione in merito.

“Agli abitanti della frazione cuneese che hanno esposto il cartello ‘Noi i negri non li vogliamo’, comunico che non intendo prestar loro alcun intervento sanitario se non in caso di immediato rischio di vita o qualora si configurassero le condizioni di una denuncia per il reato di omissione di soccorso. Siete pertanto pregati di rivolgervi a un altro più qualificato professionista. Comincia così la mia resistenza”. Questo post, questo messaggio è stato pubblicato sulla pagina Facebook del chirurgo.

Le polemiche

Ovviamente e inutile dirlo, il post del chirurgo ha scatenato polemiche. Nei suoi confronti è immediatamente scattata una denuncia, in quanto non curando i pazienti, il medico viene meno al giuramento di Ippocrate. Proprio per evitare ulteriori problemi e incappare in una denuncia, ha provato a smorzare i toni. Il chirurgo ha detto di aver scritto quel post come provocazione. Il suo post era un semplice invito a non voltarsi dall’altra parte, ad accogliere gli altri, in particolare i migranti. Per giustificarsi e in un certo senso, anche scusarsi, ha scritto un altro post.

Ecco l’altro post del chirurgo:

“Innanzitutto il tono e il significato provocatorio del messaggio non poteva avere il carattere né di un consiglio ( non sono abbastanza autorevole per elargirne) né tantomeno di una minaccia ( non rientra nei miei canoni comportamentali) nei confronti di estensori e espositori di quel manifesto: infatti mai nella mia azienda è stato tollerato né sarà mai tollerabile una discriminazione sul trattamento di qualsiasi paziente… in secondo luogo il mio strale non era soltanto dettato dalla vicenda dell’accoglimento o meno dei migranti, tema delicato ed ampio di cui non ho titolo di essere portavoce: fin dai primi minuti dal post ho fornito un argomento addirittura a favore dei resistenti e dissenzienti, scrivendo della difficoltà di spalmare la miseria altrui sulla povertà nostrana, delle nostre borgate periferiche , montane o rurali piccole che spesso hanno patito piu’ dei grandi borghi la crisi economico sociale dell’ultimo decennio.
Volevo stigmatizzare soprattutto il tono istigativo e il retroterra xenofobo di quello scritto , che ancor oggi mi pare inaccettabile e che deve richiedere ad ognuno di noi una presa di posizione netta”.

Il suo caso sarà ora affrontato in una riunione del consiglio del direttivo che cercherà di far luce sul caso e capire cosa succederà. Il consiglio avrà luogo il 18 maggio prossimo.