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Salvini-Di Maio, scontro a distanza in TV ma accordo sui campi rom

Di Maio Salvini scontro a distanza

Resta alta la tensione sulla flat tax, ma i due vicepremier sono uniti nel dire: "Entro la fine del mandato chiudere tutti i campi rom in Italia".

È scontro a distanza tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini, dagli studi televisivi, rispettivamente, di Che tempo che fa su Rai1 e di Non è l’arena su La7. I due vicepremier presentano davanti alle telecamere quelli che appaiono come due programmi politici distinti, con priorità diverse e difficilmente conciliabili. Ma su un punto gli alleati di governo trovano un accordo: la chiusura dei campi rom. Nessuna novità per il leader leghista, che aveva aperto il proprio mandato come ministro dell’Interno chiedendo un annunciando per i rom e dichiarando che “quelli italiani purtroppo ce li dobbiamo tenere”.

Obiettivo zero campi rom

Tra gli obiettivi del Carroccio compare “chiudere entro la fine del mandato tutti i campi rom in Italia. Poi se ci sono rom che si vogliono integrare sono i benvenuti, per gli altri è finita la musica. Non capisco perché debba esserci qualcuno che vive al di fuori della legge. Quei cittadini [i manifestanti di Torre Maura, ndr] non è che sono tutti fascisti. Categorie come comunisti e fascisti non esistono più, si studiano nei libri di storia”.

Gli fa eco Luigi Di Maio, ospite nello studio di Fabio Fazio: “Noi rileviamo tensioni sociali dove ci sono i campi rom. Vanno chiusi e non possiamo dire ai sindaci d’Italia: ‘Occupatevene voi con le vostre risorse'”. La palla, poi, passa a Salvini: “Ma non le devo fare io, da ministro dello Sviluppo economico. Lo deve fare il ministro dell’Interno. Il percorso immaginabile è quello dell’integrazione per chi è italiano e ricollocamenti per chi non lo è”.

Scontro sulla flat tax

Non accenna a concludersi, però, la schermaglia tra i due vicepremier su questioni quali la flat tax e l’avvicinamento della Lega a movimenti europei di estrema destra, fino ai negazionisti. “Io non mi permetto di dire al ministro dell’Interno di lavorare di più“, è la replica di Di Maio all’invito di Salvini a non occuparsi delle sue alleanze in Europa. “Mi aspetto coraggio anche da parte di altri ministri. Io ci ho messo coraggio, ho rischiato processi, spero che anche altri lo facciano”, ha risposto – a distanza – il leader della Lega. Aggiungendo poi: “Di Maio ha avuto il reddito di cittadinanza, ora pretendo la flat tax“. Non si sono fatti attendere i paletti imposti dal grillino: “Va bene la flat tax, ma per entrare nel Def deve aiutare il ceto medio”.