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Sfiducia a Bonafede, il Senato boccia entrambe le mozioni

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Il Senato ha respinto le mozioni di sfiducia presentate dal centrodestra e da +Europa contro il ministro della Giustizia Bonafede.

Con 131 voti a favore, 160 contro e un astenuto il Senato ha respinto la mozione di sfiducia del centrodestra contro il ministro Bonafede. Bocciata anche la mozione presentata da +Europa. A risultare decisivi per l’esito della votazione sono stati i 17 voti di Italia Viva che, come dichiarato dal suo leader in Aula, hanno deciso di salvare il Guardasigilli e l’esecutivo.

Si è aperta alle 9.40 la discussione in Senato sulle due mozioni di sfiducia presentate dal centrodestra e da +Europa contro il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Prima dell’inizio della votazione, il leader del M5s Vito Crimi si era mostrato ottimista: “La maggioranza sarà compatta e la mozione sarà respinta”. Ma fino all’ultimo hanno risuonato, tra le fila della maggioranza, le parole pronunciate dal capogruppo dem alla Camera Graziano Delrio: “Se la mozione passa, si aprirà la crisi”.

Meloni: “Renzi più poltrone che voti”

“Renzi se continui così tra un po’ avrai più poltrone che voti” ironizza tramite social Giorgia Meloni. “Dopo che i cinquestelle hanno mollato anche sul no alla regolarizzazione degli immigrati, consentendo la sanatoria indiscriminata per i clandestini proposta dal partito di Renzi, e dopo il lungo colloquio di ieri tra Conte e Maria Elena Boschi per trattare chissà quale altra poltrona, Renzi ha annunciato che difenderà il ministro Bonafede votando contro la nostra mozione di sfiducia. Che sorpresa”.

Renzi: “Voteremo no alla mozione”

Mentre è ancora in corso la discussione in Aula, circolano indiscrezioni relative a un accordo all’interno della maggioranza secondo cui Italia Viva voterà contro le mozioni di sfiducia presentate contro il ministro Bonafede.

Ipotesi confermata dallo stesso Matteo Renzi: “Se noi votassimo oggi secondo il metodo che ella, signor ministro, ha usato nella sua esperienza parlamentare nei confronti dei membri dei nostri governi passati, dovrebbe andare a casa: ma noi non siamo come voi“.

Motivando il suo no alla sfiducia, l’ex premier afferma poi che non intende provocare una crisi di governo proprio in un momento come questo: “In un Paese che vede il debito pubblico andare verso il 160% e la disoccupazione prevista a fine anno del 15%”, e rivolgendosi direttamente a Bonafede lancia un accorato appello: “Non si fa politica pensando alla legge del taglione: certe sue espressioni sul giustizialismo ci hanno fatto male. […] Faccia il ministro della Giustizia e non dei giustizialisti e vedrà che ci avrà al suo fianco”.

Il discorso di Bonafede

“È falsa l’immagine di una scarcerazione dei detenuti pericolosi”, si difende Bonafede. “Sorge spontanea una domanda: in base a quale legge sono usciti dal carcere i detenuti condannati per mafia? Per gli articoli 146-147 del codice penale del 1930, in combinato disposto delle norme del 1975. Norme riconducibili alla mia attività? Sono al governo da 50 anni? I giudici hanno applicato leggi vigenti da molti decenni”. “Sono il ministro di un governo di coalizione – continua – È fondamentale che i cittadini sappiano di poter contare su un processo con tempi certi e ragionevoli. Ci siamo spesso divisi sulla prescrizione. Sarà importante una commissione ministeriale di monitoraggio dei tempi sia del nuovo processo penale sia di quello civile”.

Il suo intervento si è aperto con un richiamo al giuramento sulla Costituzione con cui ha deciso “di essere uomo delle istituzioni. In queste ultime tre settimane, si è sviluppato un dibattito viziato da illazioni, ma pur di non fare polemiche, ho accettato di parlare con audizioni e informative”.

Renzi: “Un intervento difficile”

Quello di oggi in Senato sarà “uno degli interventi più difficili della mia esperienza politica” ha scritto su Facebook il leader di Italia Viva Matteo Renzi, aggiungendo: “Vi aspetto intorno alle 11.45 qui o in diretta televisiva”.

La discussione

“C’è una distanza siderale tra quello che pensiamo della giustizia noi e quello che pensa lei, che considera il sospetto l’anticamera della verità”, così Emma Bonino difende i principi garantisti presentando in Senato la mozione di +Europa. Ma, sottolinea la leader radicale, l’intento non è quello di mettere in discussione la tenuta del governo: “Nel merito oggi non si dirà una parola. A quanti diranno che non si può sfuduciare il ministro per non mettere a rischio il governo, dico che qui si discute di altro. Di quale politica per la giustizia serve all’Italia. Io parlo di mele e voi rispondere arance”.

A illustrare la mozione della Lega è il senatore Pasquale Pepe, che ha definito il ministro “inadeguato nel ruolo che sta esercitando da due anni. Lei – continua rivolgendosi direttamente al Guardasigilli – non ha saputo far fronte a rivolte spaventose, ha scritto la pagina più buia della realtà carceraria italiana e non ha preso nessuna strategia per proteggere gli agenti della polizia penitenziaria”.

Sfiducia a Bonafede, il commento dell’opposizione

Poco prima dell’inizio del voto a Palazzo Madama, il leader della Lega Matteo Salvini è intervenuto ai microfoni di RadioRai: “Oggi il Parlamento non discuterà del ministro della giustizia perché è antipatico. In questo 2020 ci sono state in Italia delle cose che non si erano mai verificate: dalle rivolte nelle carceri alla scarcerazione di 500 tra delinquenti, mafiosi ed ergastolani. I parenti delle vittime di mafia sono sconcertati, gli avvocati sono in sciopero, le condizioni di lavoro degli agenti della Polizia Penitenziaria deteriorano di giorno in giorno: cosa manca di peggio?”.

La sfiducia è stata commentata anche da Giorgia Meloni in una lettera: “Una persona così debole (il ministro Bonafede, ndr) nei confronti della criminalità organizzata non può rimanere a fare il ministro. Nei palazzi si dice che Italia Viva abbia fatto uno scambio sul voto per Bonafede in cambio di sanatoria immigrati”. A proposito della mozione presentata da Emma Bonino, ha aggiunto: “Ci sono degli elementi che non condivido, né utilizzerò i voti di Fratelli d’Italia per far alzare la posta a Matteo Renzi”.


La posizione di Italia Viva

A parlare a nome di Italia Viva, sempre ai microfoni di RadioRai, è stato il presidente Ettore Rosato, che ha posto alcune condizioni per la trattativa con Giuseppe Conte nelle ore che precedono il voto di sfiducia: “Non facciamo il tifo per mandare a casa il governo, non abbiamo mai chiesto nessun rimpasto di governo, abbiamo chiesto di avere una rappresentanza politica delle nostre proposte. Chiediamo una rappresentanza istituzionale come altri ma non abbiamo chiesto nessun sottosegretario alla Giustizia. E Gennaro Migliore potrebbe fare il ministro meglio di Bonafede”.

“Ascolteremo il ministro della Giustizia. Ci sono temi su cui noi continuamo a pensarla in modo diverso, come sulla prescrizione. Aspettiamo che il ministro dia segnali importanti in questa direzione, sulla base di questo si esprimerà il nostro voto in Senato” ha aggiunto il ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, su Radio Capital.