> > Apertura regioni, De Luca: "Incomprensibile assenza di limitazioni"

Apertura regioni, De Luca: "Incomprensibile assenza di limitazioni"

Vincenzo De Luca riapertura regioni

Il governatore Vincenzo De Luca critica la riapertura generalizzata delle regioni che a suo dire non tiene conto dei rischi ancora tangibili di contagio.

Continuano le polemiche sul via libera agli spostamenti tra regioni calendarizzato dal governo per il 3 giugno: ad attaccare la decisione è il Presidente campano De Luca che ritiene incomprensibile un’apertura generalizzata e una non limitazione della mobilità nemmeno per le province ancora interessate pesantemente dal contagio.

De Luca sull’apertura delle regioni

La sua sensazione è quella che alla base del provvedimento non ci siano criteri semplici e oggettivi ma spinte e pressioni di varia natura. Secondo lui si potevano escludere le regioni con territori dove nell’ultimo mese i contagi giornalieri avevano superato una certa soglia, per esempio di 200 o 300 casi, per riaprirle in un secondo momento. Egli stesso, ha aggiunto, se amministrasse una regione con un livello di contagio elevato non esiterebbe a chiedere una limitazione della mobilità per i cittadini.

Per quanto lo riguarda ha affermato che la sua regione adotterà, insieme ai protocolli di sicurezza già vigenti, controlli e test rapidi. Lo scopo è quello di prevenire, per quanto possibile, il sorgere in Campania di nuovi focolai epidemici. Ha infine riconfermato la sua solidarietà incondizionata ai lombardi e al Presidente Fontana “rispetto ad aggressioni che nulla hanno a che vedere con un dibattito politico e di merito civile“.

De Luca contro De Magistris

Il governatore non ha poi mancato di contestare l’ordinanza del sindaco di Napoli De Magistris con la quale autorizza l’apertura dei locali notturni fino alle 3.30 e la vendita di alcol da asporto fino alle 24. “Tale provvedimento è palesemente illegittimo, non soltanto per carenza di potere ma altresì e soprattutto per violazione di legge“.

Il riferimento è alle norme che impediscono ai sindaci di adottare ordinanze contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l’emergenza in contrasto con le misure statali e regionali.