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Alzano e Nembro, il Cts voleva la zona rossa il 3 marzo

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Continua a far discutere la mancata zona rossa ad Alzano e Nembro: il Cts voleva chiudere già il 3 marzo.

Il Cts voleva trasformare Alzano e Nembro in zona rossa già dallo scorso 3 marzo. A confermarlo è un verbale diffuso da L’Eco di Bergamo: “il Comitato Tecnico Scientifico avvalendosi dei dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità che mostrano come i numeri dei contagi sono in aumento nella regione (Lombardia) e, in particolare, nei due comuni sopra citati (Alzano Lombardo e Nembro)”. Il verbale del 3 marzo non è stato diffuso nella giornata del 6 agosto dalla Fondazione Einaudi che, invece, ha pubblicato circa 200 pagine di dossier sugli atti desecretati. Ed è così che nel verbale numero 16, quello appunto di giorno 3 marzo, si fa riferimento all’esigenza di chiudere Alzano e Nembro e trasformarli in zona rossa.

Alzano e Nembro zona rossa: il verbale

Si legge ancora: “L’istituzione di misure restrittive già adottate nei comuni della zona rossa, potrebbe limitare la diffusione dell’infezione nelle aree contigue”. Appello che, però, non sarà mai ascoltato causando centinaia di morti per Covid nell’area bergamasca. “I due comuni – si legge ancora nel verbale del Cts del 3 marzo scorso – si trovano in stretta prossimità di Bergamo e hanno una popolazione rispettivamente di 13.639 e 11.522 abitanti. Ciascuno dei due paesi ha fatto registrare attualmente oltre 20 casi, con molta probabilità ascrivibili ad un’unica catena di trasmissione. Ne risulta, pertanto, che l’R0 è sicuramente superiore a 1, il che costituisce un indicatore di altro rischio di ulteriore diffusione del contagio”.

La zona rossa è stata dichiarata dal Governo Conte, a livello nazionale, solo cinque giorni più tardi. Una decisione che ha comportato l’aumento dei casi di contagio nell’area di Alzano e Nembro e per cui la Procura di Bergamo sta continuando a indagare al fine di capire di chi sia stata davvero la responsabilità sulla mancata chiusura.