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Il retroscena su Conte: "Alzano e Nembro? Decisione mia"

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Una scelta condivisa con Regione Lombardia ma presa dal Governo Conte: questo emergerebbe dall'inchiesta su Alzano e Nembro.

L’inchiesta sulla mancata zona rossa ad Alzano e Nembro prosegue: nella giornata di venerdì 12 maggio è stato ascoltato, in una lunga audizione, il Premier Giuseppe Conte. Al termine dell’interrogatorio bocce cucite, a fare il punto della situazione nel tardo pomeriggio – dopo aver ascoltato anche Lamorgese e Speranza – è stata la pm Rota che ha evidenziato come non ci siano indagati e che si sta proseguendo il lavoro di ‘ricostruzione’.

Ma secondo un retroscena svelato da Il Messaggero, nell’edizione cartacea in edicola il 13 giugno, il Premier Conte avrebbe rivelato alla procura di Bergamo di aver deciso lui di non istituire la zona rossa ad Alzano e Nembro. “Posto che la Regione avrebbe potuto agire diversamente – si legge -, l’ultima parola sulla scelta di non istituire una zona rossa Alzano e Nembro è stata mia e di nessun altro. Me ne assumo ogni responsabilità ma penso anche che sia stata la decisione più giusta in quel momento”.

Inchiesta Alzano e Nembro: il parere di Conte

Nella sua ricostruzione, inoltre, il Premier Giuseppe Conte non ha accusato la Regione Lombardia, ma si è limitato a portare la documentazione utile a far luce su quanto accaduto ad Alzano e Nembro. Presenti, per esempio, le valutazioni dell’Iss e del Cts del 3 e del 5 marzo, le resistenze del sindaco di Alzano.

Inoltre, si fa riferimento alla paventata chiusura tra il 6 e il 7 marzo con le forze dell’ordine – su mandato della Lamorgese – pronte a chiudere i comuni di Alzano e Nembro. Cosa che non avvenne poiché si scelse di ampliare la zona rossa: “Dalla zona arancione dell’8 marzo – spiega Conte – siamo passati il giorno dopo al blocco dell’intero Paese”.

Ci sono state valutazioni di tipo geografico: “Abbiamo verificato che isolare Alzano e Nembro dai paesi circostanti sarebbe stato particolarmente difficile, quasi impossibile. In quell’area tra paese e paese non c’è soluzione di continuità”.