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Coronavirus, Fontana al meeting Rimini: "Dobbiamo essere pronti"

Rimini, Fontana sul Coronavirus: "Dati preoccupanti"

Il governatore della Regione Lombardia è preoccupato per i numeri del Coronavirus. Fontana al meeting di Rimini ha detto la sua.

Attilio Fontana, al meeting di Rimini sul Coronavirus, si dimostra preoccupato per la situazione attuale. I numeri riportati dalla Protezione Civile non lo lasciano del tutto tranquillo: Dobbiamo essere pronti a ogni tipo di eventuale rigurgito di questa maledetta epidemia”, ha dichiarato.

Coronavirus, Fontana al meeting di Rimini

Il governatore della Regione Lombardia ha parlato degli sviluppi dell’emergenza sanitaria durante il meeting. Da qualche giorno stanno crescendo i casi di Covid in Italia come sul territorio lombardo. “Una situazione che deriva dall’importazione di virus che provengono da lontano, ma noi dobbiamo tenerla sotto controllo”, ha detto, “attraverso il lavoro di monitoraggio territoriale al quale si sta dedicando grandissima attenzione”. Secondo quanto sostiene Fontana, visti i rientri degli italiani dall’estero e soprattutto da Paesi ritenuti a rischio Coronavirus, è fondamentale individuare e circoscrivere eventuali focolai.

Fontana: “Lombardia partita in svantaggio”

“Il popolo lombardo ha saputo dimostrare un senso civico eccezionale. Noi partivamo da condizioni di gran lungo peggiori rispetto al resto del Paese”, ha proseguito, Quello che si è verificato in Lombardia può essere paragonato solo ad alcune aree urbane del mondo, noi possiamo essere paragonati forse solo a New York, Madrid, con una violenza del virus difficilmente confrontabile”.

Come soluzione alla crisi generata dalla pandemia, il suggerimento del governatore lombardo è quello di investire nelle assunzioni. “Dobbiamo cercare di organizzare una rete territoriale, di continuare a investire nel miglioramento tecnologico dei nostri ospedali. Credo che la sanità pubblica debba essere il punto di riferimento di tutta la sanità del nostro Paese”, ha dichiarato, “Si deve investire nella formazione e dare più spazio anche al fatto che ci sia un maggior numero di medici che possano laurearsi e specializzarsi”.