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Ipotesi nuovo Dpcm: no alle feste e chiusura anticipata dei locali

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Tra le ipotesi sul nuovo Dpcm c'è il divieto di stare in piedi fuori da bar e ristoranti e niente alcol da asporto dopo le 22. Sì a lockdown mirati.

La curva epidemiologica in Italia affronta una brusca risalita. Aumentano i contagi nel nostro Paese e i medici denunciano una situazione sempre più vicina al limite. Per contenere la diffusione del coronavirus e in vista del nuovo Dpcm, il governo ipotizza nuove misure restrittive.

Nuovo Dpcm, le ipotesi

Tra i provvedimenti valutati dall’esecutivo e da inserire nel nuovo Dpcm, emerge la necessità di incrementare e irrobustire lo smart working, vietare la vendita di alcolici dʼasporto dalle 22 e istituire lockdown localizzati per arginare i focolai. Dibattito aperto anche per le feste private, per le quali si prevede una soglia massima di 10 invitati. Anche i matrimoni saranno consentiti solo se gli invitati saranno pochi intimi.

Il premier Conte sembra intenzionato a rendere quasi obbligatorio, laddove possibile, il lavoro da remoto. Così facendo, si evitano assembramenti in ufficio (spesso causa di nuovi focolai) e la ressa sui mezzi pubblici, dove si punta ad alleggerire la capienza delle corse del 50%.

Le multe e le sanzioni previste non hanno fermato la movida né diminuito gli assembramenti all’esterno dei locali. Per questo motivo, un provvedimento che potrà essere inserito nel nuovo Dpcm è quello di vietare alle persone di sostare fuori dagli esercizi. Nessun cambiamento, invece, per i clienti seduti al tavolo, con il rispetto del distanziamento. Anche nelle piazze, soprattutto la sera, non si potrà sostare in piedi. Tra le ipotesi valutate dal governo c’è anche il divieto di vendita di alcolici d’asporto dopo le 22, proprio per evitare ressa fuori dai locali. Non si esclude neppure la chiusura anticipata di bar, pub e locali notturni.

Saranno ammessi lockdown localizzati per arginare la diffusione del virus e intanto prosegue il dialogo con i presidenti delle Regioni. C’è la volontà di muoversi insieme per “evitare di arrivare al lockdown”, come detto dal ministro Roberto Speranza. Il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia ai governatori ha sottolineato: “Non possiamo permetterci allentamenti, ma nemmeno strappi”.