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Beniamino Zuncheddu riceve primo risarcimento di 30mila euro per "celle strette"

Primo risarcimento per Beniamino Zuncheddu: 30mila euro

L'ex allevatore sardo ha trascorso 32 anni in carcere per un crimine non commesso. Ora, è stato assolto e liberato dalla Corte d'appello di Roma

Beniamino Zuncheddu otterrà il suo primo risarcimento dopo 33 anni di detenzione che non gli era prevista, dopo essere stato accusato di un triplice omicidio da lui non commesso. L’ex pastore sardo, che è stato assolto e rilasciato dai giudici della Corte d’appello di Roma al termine di un processo di revisione, sarà risarcito dallo Stato con un indennizzo di circa 30.000 euro.

Beniamino Zuncheddu, diritto al risarcimento

Questo è quanto deciso dal Tribunale di Cagliari, che ha riconosciuto il suo diritto al risarcimento per i lunghi anni trascorsi in condizioni carcerarie difficili, caratterizzate da celle anguste e sovraffollate. La notizia è stata confermata all’Ansa dall’avvocato di Zuncheddu, Mauro Trogu. Attualmente, si attendono le motivazioni della sentenza per avanzare la richiesta di risarcimento per detenzione ingiusta.

La condanna di Zuncheddu

L’ex allevatore sardo è stato assolto il 26 gennaio scorso, dopo essere stato condannato all’ergastolo 33 anni fa per un triplice omicidio avvenuto in un ovile a Cuile is Coccus, sulle montagne tra Sinnai e Burcei, in provincia di Cagliari. Le vittime includevano Gesuino Fadda, proprietario dell’allevamento, suo figlio Giuseppe e il pastore Ignazio Pusceddu.

Il sopravvissuto che ha accusato Zuncheddu

Una delle vittime avrebbe dovuto essere quattro, ma uno sopravvive: si tratta di Luigi Pinna, il marito di una delle figlie di Fadda. All’inizio, aveva affermato di non essere in grado di riconoscere l’assassino. Tuttavia, dopo qualche tempo, cambia la sua storia: sostiene di aver identificato Zuncheddu in una foto, portando così al suo arresto. Nel giugno 1992, viene pronunciata la condanna definitiva: l’ergastolo. Nonostante ciò, Zuncheddu continua a lottare per dimostrare la sua innocenza nel corso degli anni.

Durante la revisione del processo a Roma, il 14 novembre scorso, Pinna conferma la tesi della difesa, sostenendo che la sua testimonianza originaria fosse stata influenzata da presunte pressioni da parte di uno degli agenti che indagavano sul triplice omicidio. Il 25 novembre, Zuncheddu viene finalmente rilasciato dal carcere, mentre il verdetto di assoluzione arriva il 26 gennaio di quest’anno.