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Rapper curdo arrestato e condannato a morte in Iran per aver sostenuto le proteste

Saman Yasin

Incolpato di aver sostenuto le proteste in Iran, un rapper è stato condannato a morte.

In Iran si continua a condannare a morte ed opprimere tutti coloro che non si inchinano al regime e manifestano dissenso. Un rapper curdo di 27 anni è nel braccio della morte. La sua colpa? Aver scritto una canzone di protesta contro il governo di Teheran.

Rapper curdo arrestato e condannato a morte in Iran per aver sostenuto le proteste

La famigerata prigione di Evin, uno dei luoghi più temuti in Iran, ha un altro detenuto, ma ancora per poco. Saman Yasin è stato arrestato circa 3 settimane fa e adesso per lui è stata decisa la condanna a morte. Il giovane rapper 27enne curdo morirà per una canzone che critica il regime teocratico degli Ayatollah. La sua famiglia e il legale non sono riusciti a mettersi in contatto con il ragazzo e non hanno sue notizie ormai da metà ottobre. Lo Stato non ha voluto nemmeno ascoltare le parole dell’avvocato.

Saman Yasin è stato torturato e devastato psicologicamente

Se la condanna a morte non fosse sufficiente, i trattamenti riservati a Saman Yasin nel carcere di Evin, struttura di detenzione per i “nemici dello Stato”, sono andati oltre qualsiasi rispetto per i diritti umani. Il 27enne è stato vittima di torture e violenze psicologiche. Il comitato per i diritti umani curdo Hengaw sta facendo di tutto per far luce sulla vicenda e sono state anche lanciate petizioni online indirizzate a tutto il mondo.