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Rigopiano, indagata funzionaria per lesioni colpose

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Ascoltata dai carabinieri forestali Daniela Acquaviva, funzionaria indagata per lesioni colpose in concorso di colpa

Nuovi sviluppi nel drammatico caso di Rigopiano. I carabinieri forestali hanno interrogato Daniela Acquaviva, funzionaria indagata per lesioni colpose in concorso di colpa. Durante il dramma, la donna aveva risposto così a Quintino Marcella, il ristoratore che aveva ricevuto una richiesta di aiuto: “Purtroppo la mamma degli imbecilli è sempre incinta”. La funzionaria della prefettura di Pescara Daniela Acquaviva si era difesa affermando che aveva saputo, dal 118, che la notizia del crollo era falsa.

Rigopiano funzionaria indagata

I carabinieri forestali hanno interrogato Daniela Acquaviva. La donna è il funzionario della prefettura di Pescara che ave risposto “la mamma degli imbecilli è sempre incinta” alla telefonata del ristoratore Quintino Marcella. Lui stava cercando di dare l’allarme raccolto dal suo dipendente Giampiero Parete.
Non finisce qua. I carabinieri forestali hanno presente anche un’altra telefonata. Nella conversazione, un carabiniere domanda alla sala operativa della Prefettura notizie sul crollo dell’hotel Rigopiano. Daniela Acquaviva ha così risposto al militare: “Ma l’Hotel Rigopiano è stato fatto stamattina”. Il dialogo telefonico è avvenuto alle ore 18,09. In quel momento, l’hotel era già crollato. Un’informativa dei carabinieri forestali risalente all’ottobre scorso è allegata agli atti. Queste frasi dette hanno indignato ed indignano tutt’ora i superstiti della tragedia e i parenti di quegli sfortunati che non ce l’hanno fatta.
La funzionaria Daniela Acquaviva è sostenuta dagli avvocati Giacomo Di Francesco e Manuel Sciolè. La donna si è difesa affermando che la risposta derivava dalla segnalazione datale dal 118. Questo aveva dato alla sala operativa della Prefettura l’informazione che la notizia del crollo era già verificata e risultava infondata.

Rimpianto

C’è tristezza infinita in questa vicenda, ma anche rimpianto. Non solo per come sono stati gestiti i soccorsi, ma anche per motivazioni precedenti alla tragedia, che poteva essere evitata. I periti Bernardino Chiaia, Igor Chiambrettie Barbara Frigo avevano infatti confermato ciò che era già venuto alla luce in seguito all’inchiesta svolta dal Forum H2O. Questo aveva denunciato prima di tutti in che modo l’hotel fosse stato costruito sui detriti di valanghe.
Gli esperti hanno stabilito che ”l’analisi morfometrica sin qui svolta e la comparazione di diverse riprese aeree fotografiche, che coprono il periodo tra il 1945 e l’attuale, consentono di confermare la presenza di due conoidi miste i cui agenti morfogenetici e deposizionali sono ascrivibili, con sicurezza, ai processi gravitativi di versante (colate detritiche, valanghe, processi eluvio-colluviali e frane di crollo)”. Viene così rilevata una gravissima negligenza da parte dei soggetti preposti nel fatto di non aver considerato l’area in oggetto come area valanghivo, nonostante i palesi precedenti storici, anche in assenza di studi specifici commissionati.

Blitz padre vittima

Alessio Fianello, padre di Stefano, morto durante la tragedia, ha affrontato il presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso. O meglio, ha provato ad affrontarlo. Il fatto ha avuto luogo in un ristorante di Montesilvano. Lì era in programma una cena elettorale con il governatore e candidato al Senato per il Partito Democratico. Alessio Fianello si è seduto al posto di Luciano D’Alfonso, affermando di volerlo aspettare, e che avrebbe aspettato tutto il tempo. Gli inviti e le esortazioni ad andarsene non sono serviti. D’Alfonso, però, ha deciso di non presentarsi, evitando così il confronto. Nel giro di poco tempo, l’intera sala si è svuotata. Luciano D’Alfonso ha sempre evitato gli incontri con le vittime di Rigopiano in questo periodo di campagna elettorale.