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Roma: sospetto pacco bomba al ministero dell'Ambiente, ma erano solo dei biscotti

Roma pacco bomba

È fortunatamente rientrato l'allarme dopo i momenti di tensione al ministero dell'Ambiente. Si trattava di biscotti consegnati da un corriere.

Erano solo dei comuni biscotti integrali fatti consegnare da un corriere. Si è conclusa la vicenda che ha riguardato un presunto pacco bomba al ministero dell’Ambiente. Il fatto risale al pomeriggio di giovedì 21 settembre.

Roma, sospetto pacco bomba al ministero dell’Ambiente: è falso allarme

Stando a quanto si apprende, a segnalare la ricezione di un pacco dai contenuti sospetti sarebbero stati gli stessi vigilantes. A seguito di ciò è stata disposta l’evacuazione dell’edificio. Diversi gli impiegati che nel giro di circa un’ora si sono riversati in strada. Richiesto l’intervento sul posto dei vigili del fuoco, oltre che dei Carabinieri della compagnia di Roma. I dipendenti della struttura sono poi tornati regolarmente alle loro postazioni.

Ultima Generazione: “Noi estranei alla vicenda”

Nel frattempo il gruppo attivista Ultima Generazione, attraverso un comunicato ha spiegato di essere “estraneo alla vicenda riportata da alcuni organi di stampa, relativa al presunto allarme bomba presso il ministero dell’Ambiente. Condanna categoricamente l’atto e ribadisce la propria natura nonviolenta”.

Pichetto Fratin sul Nucleare: “Ora le cose sono cambiate”

In queste ultime ore, il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, in una intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, ha affrontato il nodo legato all’energia Nucleare. Sul fatto che gli italiani si espressero con un “no” in due referendum, il ministro ha dichiarato: “Valuteranno i costituzionalisti. L’opinione prevalente degli studiosi è che nei referendum fu chiesto agli italiani di esprimersi sul nucleare di prima e seconda generazione, quello di Chernobyl per intendersi. Ora le cose sono molto cambiate. Un illustre giurista mi ha detto: la bici e la Ferrari sono due mezzi di trasporto, ma un referendum sulle bici non può estendersi alle auto sportive. Aldilà delle interpretazioni giuridiche, è chiaro che per procedere è importante creare consenso”.