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Coronavirus: nei luoghi chiusi si trasmette 19 volte in più che all'aperto

Coronavirus luoghi chiusi

Nei luoghi chiusi il rischio di trasmettere il coronavirus è quais 19 volte più elevato che in quelli aperti.

Due ricerche effettuate separatamente a Hong Kong e in Giappone sostengono che la maggioranza dei contagi da coronavirus sono avvenuti nei luoghi chiusi. Prendendo in considerazione il modo in cui 7.324 persone hanno contratto il virus in Cina, gli studiosi sono giunti alla conclusione che soltanto un focolaio ha avuto luogo all’esterno e ha interessato un gruppo di uomini che parlavano in un piccolo villaggio.

Coronavirus: contagi nei luoghi chiusi

Stando a risultati della ricerca condotta in Giappone, il rischio di infezione al chiuso è quasi 19 volte più alto che all’aperto. Il responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-Medico Massimo Ciccozzi ha confermato che la trasmissione del virus è più facile negli ambienti chiusi. Cosa che non deve però portare ad una minor prudenza anche all’esterno dove è comunque consigliabile l’utilizzo della mascherina ove non sia possibile tenere una distanza interpersonale di 2-3 metri.

Moltissimi focolai sono sorti nel corso di funzioni religiose, come accaduto per esempio in Corea e Germania ma anche a Roma. Gli esperti hanno infatti fatto notare che cantare può facilitare la diffusione dell’infezione, motivo per cui in Germania è proibito farlo durante le celebrazioni.

Anche i dati dell’Istituto superiore di sanità italiano confermano che il rischio sia maggiore nei luoghi chiusi. Un’analisi condotta su 2.143 casi, diagnosticati a partire dal 1 al 26 maggio 2020, ha evidenziato che 1.061 casi (49,5%) hanno contratto la malattia in una residenza sanitaria assistenziale o una comunità per disabili, 520 (24,3%) in ambito familiare e 154 casi (7,2%) in ospedale o in ambulatorio.