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Covid, il vaccino potrebbe non essere la soluzione: lotta ancora lunga

vaccinazione influenzale

"Guardare al di là del singolo studio, per cercare di capire quello che accadrà nei prossimi mesi"

Sono 10 i tipi da vaccino contro il Covid in fase finale di sperimentazione. Ma finora sembra essere il vaccino Pfizer il più sicuro. Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, ne comunica la disponibilità da metà gennaio 2021, con molti cittadini vorrebbero sapere a chi spetta per primo e quali Paesi riceveranno più dosi. Questo vaccino, tuttavia, non basterà a sconfiggere subito il virus.

Vaccino Covid, ci aspetta lunga battaglia

Francesco Barone Adesi, professore di igiene e sanità pubblica all’Università del Piemonte Orientale (Upo) e collaboratore del Crimedim (il Centro di medicina dei disastri dell’Upo), Raffaele Palladino, ricercatore di igiene e sanità pubblica all’Università Federico II di Napoli e collaboratore dell’Imperial College di Londra, e Maurizio Schmid professore di bioingegneria all’Università degli studi Roma Tre, hanno rilasciato un’intervista al Sole24: “Guardare al di là del singolo studio – dicono -, per cercare di capire quello che accadrà nei prossimi mesi e, probabilmente, nei prossimi anni. La strategia strettamente emergenziale cui stiamo assistendo da questa primavera è sicuramente importante e necessaria, ma la pandemia non si è risolta magicamente dopo la prima ondata, nonostante molti si fossero illusi o almeno ci sperassero”.

“Non abbiamo la sfera di cristallo – continua Francesco Barone Adesi – ma è realistico aspettarsi che all’attuale ondata ne seguirà una terza, probabilmente una quarta. Non è detto che tutte abbiano lo stesso livello di gravità, ma dobbiamo entrare in questo ordine di idee per non ritrovarci in balia degli eventi”.

L’attesa del vaccino

“Lo sforzo internazionale sul vaccino è inedito – ha commentato Barone Adesi, riferendosi ai vari vaccini che in questo momento vengono sperimentati in tutto il mondo –. Non è mai accaduto prima e si può immaginare che l’iter abituale abbia subito un’accelerazione. Tuttavia alcuni passaggi non possono essere compressi oltre misura. Rispetto alle normali tempistiche, già il traguardo della prossima primavera sarebbe un tempo record”.

Secondo i ricercatori, infatti, l’arrivo del vaccino potrebbe non essere la soluzione definitiva della pandemia. “L’interrogativo principale è legato al livello di efficacia. Intendiamoci – precisa Francesco Barone Adesi – l’arrivo e l’impiego del vaccino sono importantissimi, ma non dobbiamo favorire illusioni. Mi spiego: i vaccini contro la normale influenza sono stati sviluppati nell’arco di decenni e hanno un’efficacia del 50%. Nel caso del vaccino contro il covid-19 siamo di fronte a una prima versione, sviluppata con un impegno internazionale enorme ma anche in tempi strettissimi: significa che possiamo realisticamente immaginare che il livello di efficacia sia nell’ordine di quello anti-influenzale“.