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Tampone differenziale: cos'è e quando usarlo

Tampone

Il tampone differenziale è stato creato dall'Istituto Spallanzani di Roma per distinguere il virus che ha infettato il colpevole.

L’inverno sta arrivando, le temperature stanno scendendo e si entra a tutti gli effetti nel periodo dell’influenza stagionale, che porta tosse, raffreddore e febbre. Si tratta di sintomi che possono trarre in inganno, ora che è in atto la seconda ondata di Coronavirus. Per questo è fondamentale l’uso di un tampone specifico, come il tampone differenziale.

Il tampone differenziale

L’Istituto Spallanzani di Roma sta mettendo a punto un kit formato da un unico tampone, in grado di riconoscere se si tratta di virus influenzale, virus respiratorio sinciziale o se potrebbe essere Covid-19. Si tratta di una nuova metodologia in grado di distinguere le varie infezioni, per impedire la corsa al pronto soccorso in caso di semplice influenza. Lo scopo è quello di agevolare la popolazione e gli operatori sanitari visto che i sintomi iniziali sono molto simili. L’autorizzazione dovrebbe arrivare a breve e sicuramente a partire da gennaio il test sarà a disposizione dei medici. Il Veneto è stata la prima regione ad introdurlo. Si tratta del tampone molecolare “multiple“, avviato dal Laboratorio di Microbiologia del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali dell’ospedale di Negrar. “La nostra scelta è stata dettata dal fatto che i sintomi del nuovo Coronavirus sono assolutamente sovrapponibili a quelli di un’influenza o di una polmonite” ha spiegato Francesca Perandin, biologa e responsabile del Laboratorio, a Veronasera. “Dal punto di vista clinico quindi è impossibile discernere quale sia il virus che causa gli effetti patologici quali febbre, tosse, difficoltà respiratorie. A darci un aiuto da questo punto di vista è la tecnologia che offre sistemi multiplex Pcr capaci di ricercare contemporaneamente l’Rna dei tre virus” ha aggiunto la dottoressa.

Un altro problema causato dalla pandemia è la mancanza dei vaccini contro l’influenza. La Regione Lazio, come si legge sul Messaggero, ha protetto un milione di persone, ma è ancora molto lontana dall’obiettivo di vaccinare 2,4 milioni di residenti solo a Roma. L’azienda Sanofi non ha ancora inviato mezzo milione di fiale già pagate. Il problema non riguarda solo il Lazio ma anche la Lombardia, che ha sofferto di mancanza di vaccini antinfluenzale, denunciata dai medici di base. Con il tampone differenziale si potrebbe evitare il panico quando a gennaio arriverà il picco di influenza stagionale. Il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, ha spiegato di essere molto preoccupato per l’eventuale somma dei due virus, soprattutto in vista delle festività natalizie, che potrebbero portare ad un aumento dei contagi.