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Schlein: "Il Pd può cambiare o finire, io vincerò comunque"

Elly Schlein

Schlein: "Il Pd può cambiare o finire, io vincerò comunque, ho avuto il mio primo incontro con gli eventi pubblici quando ammazzarono Giovanni Falcone"

Elly Schlein ha voluto parlare della sua Storia Nuova con Aldo Cazzullo: “Il Pd può cambiare o finire, io vincerò comunque”. La candidata alla segreteria Dem spiega che non ha nulla da perdere e risponde alle domande del Corsera. Il sunto è secco: “O il Pd cambia o è finita. Io non ho nulla da perdere e per questo vincerò”. Poi a domanda una risposta che è un attacco al governo Meloni: “Vedo un metodo squadrista, come quello di Delmastro e Donzelli alla Camera. E vedo qualche nostalgia di troppo. Compreso il simbolo della fiamma”. 

Schlein: “Il Pd può cambiare o finire”

Quella di Schlein non è una posizione di comodo: “Preferisco chi si prende una responsabilità e sceglie il nuovo, a chi fa finta di non averne e sta già trattando percentuali e posti. Alle migliaia di persone che si stanno avvicinando non offro posti, ma un posto dove ricominciare a sentirsi a casa. La mia forza è che non ho nulla da perdere. Per questo vincerò”. 

Tutto cominciò con l’assassinio di Falcone

Sul primo fatto pubblico che le ha segnato la vita Schlein non esita nel rispondere un secondo: “L’assassinio di Falcone. Respirai la gravità di quel che era accaduto”. Per la candidata ci sono delle precondizioni all’alternativa: “Noi tutti abbiamo il dovere di costruire l’alternativa al governo più di destra della storia repubblicana. Ma prima occorre che il Pd risalga. Cambiando tutto: volti, visione, metodo”. E alle accuse di essere una “falsa novità” ed una insider della vecchia nomenklatura lei ha risposto: “Serve una rottura. Una cesura netta con il passato. Preferisco cento volte i dirigenti che hanno capito che o si cambia o si muore, rispetto a quelli che accusano me e fingono di aver passato gli ultimi anni nei campi a raccogliere margherite, anziché nelle stanze dove si sono prese tutte le decisioni del partito, comprese le alleanze”. 

Il “pedigree dem” e la replica di Schlein

E il pedigreee non proprio dem? “Sono una nativa democratica. Non ho il privilegio di aver vissuto una delle storie precedenti; infatti ho nostalgia del tempo che non ho conosciuto. Quella del Pd è stata la mia prima tessera. Ne sono uscita nel 2015, dopo l’abolizione dell’articolo 18, la cosiddetta buona scuola, il patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi, i tre voti di fiducia su una legge elettorale poi dichiarata incostituzionale. Altri sono usciti solo dopo il referendum”.