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Sperlonga, autopsia sulla 13enne: nessun malore, è affogata

Autopsia su Sara Francesca Basso

L'autopsia su Sara Basso, deceduta nell'hotel a Sperlonga, esclude che la ragazza abbia avuto un malore. E' morta affogata.

L’autopsia condotta sul corpo di Sara Francesca Basso ha escluso che la ragazzina abbia avuto un malore. La 13enne è morta per annegamento nella piscina dell’hotel di Sperlonga dove si trovava in vacanza con la famiglia. Nel più totale riserbo, dopo l’esame, si è tenuto il funerale di Sara nella chiesa di Santa Maria Goretti a Frosinone, luogo in cui vive la famiglia.

I risultati degli esami

L’autopsia è stata effettuata presso il policlinico Tor Vergata di Roma. Dall’esame autoptico non sono emersi elementi che supportino la tesi, ipotizzata in un primo momento, di un malore prima del tuffo in piscina. Una consulente nominata dalla Procura di Latina ha effettuato anche prelievi istologici su campioni di cuore e cervello per accertare i danni dovuti alla permanenza sott’acqua. Dallo studio sul corpo della ragazzina è stato riscontrato un grande livido sulla parte superiore della coscia sinistra. Si tratta di un ampio cerchio rossastro, in gergo definito “a stampo”, che i carabinieri avevano già rilevato durante i primi soccorsi. Il livido sarebbe comparso sulla coscia di Sara a causa del forte contatto che ha avuto con il bocchettone della piscina. Da ciò emerge che la giovane era ancora viva mentre, risucchiata dal sistema di aspirazione, cercava di liberarsi.

Il mistero del coperchio scomparso

E’ sparito nel frattempo il coperchio del bocchettone del sistema di aspirazione. Gli inquirenti lo stanno cercando invano sin dal momento del sequestro della struttura, avvenuto subito dopo la morte di Sara. Si tratta di una grata rotonda e ampia circa 20 centimetri. I carabinieri ritengono che tale coperchio sia stato una specie di trappola per la ragazzina. Le ipotesi, al momento, sono due. O il coperchio non c’è mai stato, e ciò avrebbe reso la potenza del risucchio della conduttura ancora più forte. Oppure il coperchio è stato rimosso e nascosto dopo la tragedia, forse perché qualcosa non era effettivamente a norma.

Continuano le indagini

Gli inquirenti stanno proseguendo le indagini, concentrandosi soprattutto sul sistema di ricambio dell’acqua nella piscina del Grand Hotel Virgilio. Si ritiene infatti che l’impianto fosse troppo potente per le ridotte dimensioni della vasca. Intanto, dopo la conferma dell’autopsia di morte per affogamento, si aggrava la posizione dei quattro indagati perché verrebbe negata la presenza di concause per il decesso di Sara. I proprietari e gestori della struttura (Francesco Emini e Mauro De Martino), il costruttore della piscina (Ermanno Corpolongo) e il manutentore della stessa (Nicolangelo Viola) sono momentaneamente accusati di omicidio colposo. Ma è anche l’albergo intero ad essere sotto accusa: nel 2016 era stato sequestrato dai carabinieri per abusi edilizi proprio nell’area della piscina. Il tribunale del Riesame aveva però deciso di togliere i sigilli. Il comune di Sperlonga, invece, aveva fatto scattare l’ordinanza di demolizione e ripristino delle zone contestate dai magistrati.