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Stupro di Palermo, la vittima ribadisce le accuse: oltre 6 ore davanti ai suoi aguzzini

La vittima dello stupro di Palermo ha ribadito le accuse in aula

La 19enne vittima dello stupro di Palermo ha ribadito le accuse contro gli imputati, ripercorrendo la terribile notte.

La vittima dello stupro di Palermo ha ribadito le accuse contro i sette ragazzi che l’hanno violentata. Per oltre sei ore ha ripercorso la terribile notte davanti ai suoi aguzzini.

Stupro di Palermo, la vittima ribadisce le accuse: oltre 6 ore davanti ai suoi aguzzini

La 19enne vittima dello stupro di Palermo ha ribadito le accuse nei confronti dei sette ragazzi che l’hanno violentata. Nel corso dell’incidente probatorio, davanti al gip, per oltre sei ore ha ripercorso la notte delle violenze e puntato ancora una volta il dito contro il branco che ha denunciato. Ha risposto anche alle domande dei legali degli indagati. Una specie di faccia a faccia a distanza, con la vittima in un’aula e gli aguzzini nell’altra. “Non fu un rapporto consensuale” ha dichiarato, smentendo la tesi dei difensori. La giovane si trovava nella stanza che solitamente i giudici usano come camera di consiglio, mentre gli accusati in un’aula. Loro potevano vederla, ma lei non poteva vedere loro.

Stupro di Palermo: il racconto della vittima e la reazione degli indagati

Volevo stare solo con Angelo Flores” ha dichiarato la 19enne, negando di essersi appartata con i sette per avere un rapporto di gruppo. Con Flores, il più grande, aveva già avuto incontri sessuali, perché era innamorata di lui. Lo stesso giovane che ha ripreso gli abusi con il cellulare per condividerli con gli amici. Al gip la giovane, trasferita in una comunità protetta e oggetto di minacce da parte dei parenti degli indagati, ha raccontato di aver incontrato il gruppo alla Vucciria, nel centro storico, di aver bevuto e di esseri allontanata con loro verso il Foto Italico, dove si è consumata la violenza. La vittima ha retto il confronto con i difensori. Insieme a lei il fidanzato e una psicologa.

I sei accusati hanno ascoltato in silenzio fino a quando la ragazza ha raccontato di essere stata picchiata. A questo punto hanno iniziato a mostrare insofferenza e il procuratore e i pm hanno chiesto al gip di intervenire. Il giudice ha fermato le domande dei legali sulle abitudini sessuali. “Ma quante domande fate?” ha chiesto la 19enne, infastidita. Il gip li ha interrotti, impedendo “un’incursione nella sfera privata che non c’entra con il processo”.