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Superbonus, il governo Meloni pronto a dire addio al maxi sconto

Miniatura casa in costruzione su progetto, monete a fianco.

Addio Superbonus, nessuna proroga in vista dal governo Meloni per il 2024: il maxi sconto non è una priorità.

Il governo Meloni conferma: la proroga del Superbonus per il 2024 non si farà, bisogna dire addio al maxi sconto in favore di altre priorità. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha ribadito che il Superbonus 110 termina il 31 dicembre 2023 sia per le villette che per i condomini.

All’interno di una manovra di bilancio già delicata, con la spesa pubblica più che mai sotto pressione, non c’è spazio per lo sconto edilizio (accusato di essere in buona parte responsabile del debito pubblico).

Il governo ha quindi mantenuto la linea degli ultimi mesi riguardo al Superbonus 110, definendolo come una misura mal strutturata, tanto da gravare eccessivamente sulle casse pubbliche, per benefici troppo stringati e non equi.

Addio al Superbonus, niente proroga dal governo Meloni

I tempi per approvare la legge di bilancio 2024 stringono e la Manovra potrà difficilmente accogliere tutte le richieste della maggioranza, a meno che si provveda al rialzo del deficit. Tra i primi punti fissati dal governo Meloni c’è proprio la proroga del Superbonus, che non si farà.

Le motivazioni riguardano sia l’eccessiva spesa arrecata all’Erario che la larghezza della platea di beneficiari, in cui sono state coinvolte anche persone e immobili inizialmente non previsti per usufruire del maxi sconto. Di fatto entrambi questi problemi sono assimilabili, dato che è proprio la non prevista estensione del beneficio ad aver fatto lievitare vistosamente la spesa.

La premier Meloni, in un’intervista a Porta a Porta, ha parlato di un costo di 140 miliardi di euro per i bonus edilizi, in media il valore di ben 6 manovre fiscali. In effetti è diverso tempo che il governo lamenta il modo in cui è stato previsto l’incentivo e la definizione dei requisiti, perciò la premier ha tirato in causa il governo Conte, accusato di aver usato l’incentivo per il consenso elettorale alle spese dell’esecutivo successivo.

Superbonus, il maxi sconto che è costato 2.000 euro a cittadino

Il governo Meloni è stato chiaro nell’escludere qualsiasi eventuale proroga del maxi sconto edilizio, che potrebbe essere presa in considerazione soltanto con un’ampia rivisitazione. A fronte di un costo a cittadino di circa 2.000 euro, il Superbonus ha interessato soltanto il 3% del patrimonio immobiliare presente sul territorio italiano.

Il problema è che in questo strettissimo margine rientrano anche case successive alla prima, compresi gli immobili destinati alla villeggiatura al mare o in montagna. È venuta così a disperdersi la funzionalità originale dell’incentivo, favorendo i lavori edili anche per i redditi più elevati. Soprattutto, secondo il governo il Superbonus ha tolto spazio alle necessità effettive, che adesso devono avere la priorità.

Addio Superbonus dal governo Meloni, ma i fondi non bastano comunque

Il governo Meloni ha fissato alcune priorità assolute che devono rientrare nella manovra di bilancio per il 2024 e che comprendono sanità, famiglia, aiuti ai redditi bassi e pensioni. Insomma, una selezione accurata e necessaria, che però non riduce sufficientemente il tetto di spesa.

Anche per questo, la premier vuole tutelare la tassa sugli extraprofitti delle banche, che è invece contrastata dalla Bce. Sulla sanità, invece, potrebbero essere trovate soluzioni alternative senza dover aumentare il credito dei fondi.