> > Terrorismo in Italia, agenti segreti: "Minaccia concreta"

Terrorismo in Italia, agenti segreti: "Minaccia concreta"

terrorismo

I servizi di sicurezza affermano che il terrorismo in Italia è possibile anche per la presenza sul territorio di soggetti radicalizzati

Secondo i servizi segreti di sicurezza, il terrorismo nel nostro Paese è un pericolo reale. Questo non soltanto per via del ruolo di rilievo che l’Italia da sempre ha nell’immaginario e nella narrativa jihadista, ma anche per la presenza sulla penisola di persone radicalizzate o comunque pericolosamente esposte a dei processi di radicalizzazione. Quindi, nonostante l’ottimo lavoro svolto dalle forze dell’ordine fin’ora, il pericolo resta altissimo.

Terrorismo Italia

Stando a quanto è stato riferito dai servizi segreti di sicurezza, il pericolo del terrorismo rimane attuale e concreto. Questo non solamente a causa del ruolo di rilievo che l’Italia ha sempre avuto nell’immaginario e nella narrativa jihadista, ma anche, forse soprattutto, per la presenza sul territorio nazionale di individui che sono stati radicalizzati o comunque esposti al rischio della radicalizzazione.

Una particolare attenzione è stata fatta al fenomeno dei foreign fighters (che comprende occidentali, europei inclusi). Questi, nei passati anni hanno aderito alla jihad, raggiungendo i teatri di conflitto, in relazione al concreto rischio di un effetto blowback, ossia alla possibilità che, una volta rientrati nei Paesi d’origine, essi scelgano di passare all’azione. Per quanto concerne i foreign fighters, si è assistito, più che ad un loro ritorno di massa nei Paesi di provenienza, al loro ridispiegamento in altri scenari. È, tuttavia, plausibile, secondo i servizi segreti, che gruppi di mujahidin europei cerchino di rientrare illegalmente, con l’aiuto per lo più di falsi documenti e utilizzando filiere parentali e reti logistiche.

Quindi, parlando in generale, secondo i servizi segreti, permane alto il livello della minaccia diffusa e puntiforme. Per questo stesso motivo ancora più imprevedibile e velenosa. I servizi segreti fanno riferimento alla minaccia rappresentata dagli estremisti homegrown, mossi da motivazioni e spinte autonome o gestiti da capi del terrorismo.

Immigrazione

L’attenzione dei servizi segreti si è concentrata molto anche sulla gestione criminale dei migranti. Questa, può essere collegata col terrorismo. I migranti sono convogliati alla stregua di merci su circuiti illegali utilizzabili anche per movimentare estremisti e returnees. Questo è un pericolo molto reale per le rotte che attraversano l’Africa.

Anche nell’anno scorso la rotta del Mediterraneo centrale, con origine dalle coste libiche, ha rappresentato la trama principale dei movimenti migratori diretti all’Italia. La diminuzione netta di percentuale dei flussi migratori dalla Libia non può ancora definirsi indice di un definitivo capovolgimento della tendenza. Questo, secondo i servizi segreti italiani, per via della resilienza e della duttilità dei network criminali ed anche per il fatto che permangono dei profili di criticità che potrebbero contribuire decisivamente ad una ripresa delle partenze dirette al nostro Paese. La flessione, che è stata registrata lungo la rotta libica, è stata caratterizzata, parallelamente, da nuove dinamiche, fra cui il rinnovato uso della direttrice del Mediterraneo occidentale.

Secondo i servizi segreti italiani, gli arrivi originati dalla Tunisia e dall’Algeria, in confronto a quelli dalla Libia, presentano particolari caratteristiche. Infatti, entrambi sono soprattutto autoctoni e prevedono sbarchi nascosti, eseguiti sotto costa per ingannare la sorveglianza marittima aumentando così, di fatto, la possibilità che elementi criminali e riguardanti il terrorismo si infiltrino.