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Ucraina, il nipote di Gramsci che sostiene Putin: "Voi non capite, la Russia è con lui"

Nipote di Gramsci Putin

Il nipote d Antonio Gramsci ha spiegato perché, secondo lui, la maggior parte del popolo russo (lui compreso) appoggia Vladimir Putin.

Antonio Gramsci, nipote e omonimo del fondatore del Partito comunista italiano, si è definito “un moderato sostenitore di Vladimir Putin” e ha voluto chiarire alcuni aspetti a suo dire sconosciuti all’Occidente per provare a capire davvero cosa stia succedendo tra Russia e Ucraina.

Nipote di Gramsci sostiene Putin

Docente di musica e biologia a Mosca nonché di italiano nella scuola della nostra ambasciata, ha riferito al Corriere della Sera che nessuna delle persone con cui parla è d’accordo con i media occidentali che sostengono, “secondo me senza capirci molto“, che il presidente Putin ha iniziato la guerra senza alcuna ragione. “Il diavolo è sempre nei dettagli di questi otto anni di tensione continua con l’Ucraina, di un conflitto a bassa intensità nel Donbass che è andato avanti senza che il governo di Kiev facesse nulla per fermarlo“, ha evidenziato.

Rigettando l’idea di essere influenzato dalla propaganda dei media statali (“per natura sono scettico e mi baso sulle testimonianze dirette“), ha ammesso che nella Russia di oggi non esistono valide alternative a Putin: ad ogni elezione esiste un’altra possibilità di scelta, “ma nessuna garantisce la stabilità di questo paese come lui“. Una sensazione diffusa, secondo lui, quella che solo Putin possa garantire gli interessi della Federazione e che quindi ciò che decide vada bene.

Nipote di Gramsci: “Russia tutt’altro che omologata all’Occidente”

Infine un’osservazione sul modo in cui la Russia viene vista dall’Occidente, ovvero “attraverso la lente delle sue due grandi città tale per cui si fanno grandi teorie sulla nostra occidentalizzazione“. Nel sottolineare che esiste una grande differenza tra il livello di vita delle metropoli russe e le loro periferie, ha ribadito che la Russia profonda, quella delle periferie, è tutt’altro che omologata all’Occidente.