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Washington, corteo pro Palestina per chiedere il cessate il fuoco in Medio Oriente

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"Niente cessate il fuoco, niente voti" così i manifestanti si sono rivolti al presidente Biden durante il corteo di Washington per la Palestina

A Washington, così come a New York, Seattle e in altre città degli Stati Uniti e d’Europa, si è levato un accorato appello per chiedere un cessate il fuoco a Gaza e la fine degli aiuti militari statunitensi e occidentali a Israele.

Corteo pro Palestina a Washington

Il corteo è la risposta all’intensa rappresaglia di Israele per gli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre. I raid senza sosta hanno ucciso quasi 10mila persone nella Striscia di Gaza, molte delle quali civili e in gran parte bambini. Gli attacchi aerei hanno preso di mira ospedali, scuole, campi profughi e ambulanze, scatenando l’indignazione della comunità internazionale. Le proteste sono “una testimonianza di quanto sia cresciuto il sostegno al movimento di solidarietà palestinese e di quanto la gente voglia davvero vedere un cambiamento” ha dichiarato alla CNN Iman Abid-Thompson, direttore dell’advocacy della Campagna statunitense per i diritti dei palestinesi, uno dei gruppi che ha organizzato la marcia.

La più grande marcia a favore della Palestina

I promotori, che rappresentano o appoggiano numerose associazioni pro-palestinesi, hanno diretto i partecipanti verso la Freedom Plaza, prima di passare davanti alla Casa Bianca. La manifestazione ha attirato decine di migliaia di americani provenienti da tutto il Paese. Più di 450 organizzazioni hanno appoggiato l’evento. In un comunicato, l’Assemblea Internazionale del Popolo, che ha contribuito al coordinamento della protesta, ha annunciato che “la marcia è destinata ad essere la più grande a favore della Palestina nella storia degli Stati Uniti”. Alcuni manifestanti si sono poi rivolti direttamente al presidente Joe Biden, al grido di: “Biden, Biden, non puoi nasconderti, ti accusiamo di genocidio” e “niente cessate il fuoco, niente voti”.

I volti noti

La protesta ha coinvolto anche diversi personaggi famosi. L’attivista e scrittore palestinese Mohamed el Kurd si è rivolto alla folla, invitandola a considerare “le vite dei nostri martiri, le loro rimostranze, i loro passatempi, e soprattutto voglio che consideriate la paura che devono aver provato mentre gli aerei da guerra si libravano sulle loro teste”. Anche il rapper Macklemore è salito sul palco, dicendo: “Non so tutto, ma so abbastanza, questo è un genocidio”. ”Ci hanno insegnato a essere complici, a proteggere le nostre carriere, a proteggere i nostri interessi” ha concluso, aggiungendo “Io non lo farò più, non ho paura di dire la verità“.