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Zangrillo ribadisce: "Virus clinicamente inesistente, spaventare le persone non è educativo"

Zangrillo virus clinicamente inesistente

Secondo Zangrillo anche oggi il virus è clinicamente inesistente: il primario si è scagliato contro chi spaventa i cittadini.

Il primario di Anestesia e Rianimazione del San Raffaele Alberto Zangrillo ribadisce che anche oggi, a distanza di mesi da quell’affermazione che scatenò le polemiche nel mondo scientifico, il virus è clinicamente inesistente: “Nel mio ospedale nell’ultima settimana sono arrivati 11 contagiati di cui 8 rimandati a casa e 3 ricoverati per motivi non gravi”.

Zangrillo: “Virus clinicamente inesistente”

Intervistato da La Stampa, l’esperto ha sottolineato che il suo compito di clinico è quello di interpretare la realtà. Il 31 maggio 2020, ha ripercorso, “dissi che il virus era clinicamente inesistente perché nel mio ospedale da un mese non entrava un paziente da ricoverare per Covid: oggi ripeterei esattamente la stessa cosa“. Nei suoi reparti, ha spiegato, non si sono infatti verificati casi gravi riferibili a soggetti contagiati nell’ultimo periodo.

Zangrillo: “Virus clinicamente inesistente, spaventare non è educativo”

Zangrillo ci ha tenuto a ribadire di non disconoscere né negare la pandemia, la cui presenza è sotto gli occhi di tutti, ma di analizzare la realtà che è quella della mancanza di pazienti gravemente malati almeno nel suo ambiente. Inoltre “ci sono anche altri malati di cui non bisogna dimenticarsi” ed è necessario non fare allarmismi che a suo dire hanno solo portato ad un clima negativo: “Spaventare le persone non è mai educativo“.

Zangrillo: “Virus clinicamente inesistente, responsabilità e non paura”

Il medico ha invitato a osservare i dati dell’Istituto superiore di sanità secondo cui negli under 30 lo 0,07% corre il rischio di morte e negli under 40 lo 0,28%. Il tasso di letalità negli under 40, ha continuato, è 800 volte più basso che negli over 80. Il consiglio ai giovani resta comunque quello di “usare la mascherina e non creare assembramenti inutili” puntando però sulla responsabilità e non sulla paura: “E’ inutile dire loro che rischiano l’ospedale se non è così“.