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Attentato New York, il Presidente Trump tuona contro l'Isis

Attentato New York

Attentato New York, il presidente Donald J. Trump tuona da Twitter contro i miliziani dello stato islamico e promette di far pagare caro per l'attentato.

A pochi giorni dal tragico attentato New York, costato la vita a 8 civili, il presidente Donald J. Trump tuona su Twitter contro i miliziani dello Stato Islamico. Promette loro di far pagare a caro prezzo questo attacco e per ogni altro attacco che porteranno sul suolo americano. Così fa sapere il presidente in un tweet al vetriolo. Pronti i militari americani a rispondere con maggiore ferocia ai terroristi. Nello stesso tempo non risparmia parole dure contro l’attentatore uzbeko Sayful Saipov, l’uomo che si sarebbe lanciato sulla pista ciclabile con un furgone la sera del 31 di Ottobre.

Non si dimostra per niente pentito dell’atto commesso e mantiene un silenzioso orgoglio per l’atto commesso. Su di lui e sulla sua vita terrena deciderà una Corte di Giustizia Federale. Le accuse sono di terrorismo e di distruzione di veicolo per causare la morte. Per entrambi i reati è prevista la pena di morte.

Attentato New York: nuovi indizi

Saipov è stato arrestato quasi immediatamente dagli uomini della Polizia di New York. Sul suo furgone sono stati rinvenuti i documenti che lo identificherebbero come un soldato dell’Isis, oltre a quasi una novantina di video di propaganda sul suo telefono cellulare. Secondo gli inquirenti l’uomo non avrebbe agito da solo, ma sarebbe stato aiutato da un complice durante la progettazione del piano di attacco. I sospetti si sono concentrati su un suo concittadino, Mukhammadzoir Kadirov, di 32 anni, ma l’interrogatorio non ha rilevato nulla d’importante ai fini dell’indagine. Non è chiaro infatti se il connazionale uzbeko abbia o meno un ruolo, diretto o indiretto nell’attentato compiuto Martedì scorso.

Saipov resta al momento l’unico indagato e colpevole. L’incriminazione è giunta il giorno dopo l’arresto. Ha raccontato il terrorista di aver deliberatamente scelto la sera di Halloween per compiere l’attentato, poiché l’affluenza di persone era più alta per le strade. L’attentatore, al momento dell’arresto ha rinunciato al diritto al silenzio e ha raccontato tutto, accelerando le indagini sul caso. Tra gli interrogati anche la moglie di Saipov: l’ipotesi al vaglio è che uno dei contatti della moglie possa aver messo l’uomo in contatto direttamente con rappresentati dell’Isis. Infatti non è chiaro agli investigatori se l’uomo abbia un contatto diretto o indiretto con i terroristi. Se così fosse bisognerebbe presupporre la presenza di una cellula sul suolo americano.

L’attacco di Trump

Il presidente degli Stati Uniti, D. J. Trump, non ha risparmiato parole per l’uomo che ha massacrato con un furgone quelle 8 persone. Per lui si è augurato non il carcere a Guatanamo Bay, bensì direttamente la pena di morte. Lo ha definito un animale. Parole forti, forti e pericolose che rischiano di minare l’imparzialità del processo stesso. I suoi commenti potrebbero costituire infatti un pregiudizio pericoloso per un equo processo.

Poco comunque ancora si sa della storia personale di Saipov se non che sia giunto in America nel 2010 e sia stato uno dei vincitori della Green Card tramite lotteria. Un uomo apparentemente gentile. Un lavoratore, che solo negli ultimi tempi si era avvicinato all’Islam radicale. I vicini stessi dell’uomo si sono detti scossi e increduli per quanto accaduto.