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Tragedia alle Terme di Cretone, un testimone sulla morte del bimbo: “Abbiamo provato a salvarlo. Era incastrato, non si vedeva”

Bimbo morto alla Terme di Cretone racconto testimone

Un testimone ha riferito alcuni dettagli sul caso del bimbo morto alle Terme di Cretone, vicino Roma, fornendo il suo racconto.

Simone D’Agostino era presente alle Terme di Cretone quando il bimbo di 8 anni morto presso l’impianto è stato risucchiato durante le operazioni di svuotamento di una delle vasche termali. L’uomo, che è stato una delle persone che hanno cercato di salvare – senza successo – il bambino, ha raccontato la tragica esperienza vissuta ai microfoni di Fanpage.it.

Bimbo morto alla Terme di Cretone, il racconto di un testimone

Tra i clienti presenti alle Terme di Cretone al momento della tragedia che ha causato la morte del piccolo Stephan, il bimbo di 8 anni risucchiato da uno scarico, c’era anche Simone D’Agostino. L’uomo, secondo la testimonianza raccolta da Fanpage.it, ha raccontato di essere intervenuto nel tentativo di salvare il bambino, sottolineando che l’acqua nella vasca termale era torbida e la giovanissima vittima non si riusciva a scorgere senza indossare una maschera. D’Agostino, poi, ha sottolineato che lo scarico azionato per lo svuotamento della piscina ha risucchiato il piccolo all’interno del tubo con grande forza.

“Sono stati minuti terribili, abbiamo fatto di tutto e ci abbiamo sperato fino alla fine”, ha raccontato a Fanpage.it. “Vado alle Terme di Cretone da quando ero bambino. Ieri, verso le 18.15, ho sentito grida strazianti, gente che piangeva, caos, e di corsa sono arrivato alla piscina. Ho visto cinque ragazzi all’interno, tra cui il papà della vittima. Mi hanno detto: ‘C’è un bambino incastrato nello scarico’. L’acqua era torbida, dall’alto non si vedeva, dovevano toccarlo con i piedi per capire dov’era. Ci siamo fatti dare delle maschere e siamo scesi sott’acqua. C’era il bimbo incastrato nel tubo dello scarico, largo circa 30 centimetri”, ha riferito D’Agostino. “Cercavo di far forza con i piedi e con la testa per cercare di tirarlo fuori, riuscivamo a farlo avanzare di venti, trenta centimetri, ma ovviamente dopo pochi secondi dovevamo salire su per prendere aria e quando lo facevamo, il piccolo veniva risucchiato ancora di più. Un braccio lo aveva fuori insieme alla testa, ma era rimasto incastrato con il ginocchio. Ad un certo punto il papà non ce l’ha fatta più ed è uscito dalla vasca. Quando sono arrivati i sommozzatori, neanche loro sono riusciti a recuperarlo subito. L’hanno dovuto estrarre da dietro, dall’altro lato del tubo e sicuramente hanno dovuto rompere il muro”.

Scomparsa e annuncio

L’uomo ha anche spiegato che l’aspirazione dell’acqua non poteva essere bloccata. “Mi hanno detto che la valvola non poteva essere chiusa, proprio perché dentro c’era questo bambino. Ma non si può fare lo svuotamento dell’acqua in questo modo, il piccolo è stato risucchiato dalla corrente, che era fortissima. E il buco avrà un diametro di circa 35 centimetri, che può risucchiare forse non un adulto, ma sicuramente un bambino. Non c’era alcuna griglia di protezione e non c’erano neanche bombole d’ossigeno per situazioni d’emergenza come questa. Siamo riusciti a procurarci soltanto due maschere”, ha affermato.

Stando al racconto di D’Agostino, il bimbo potrebbe essere sparito già alle ore 18:00. “A quell’ora è stato fatto l’annuncio dall’altoparlante. I gestori hanno chiesto a tutti di uscire dalle piscine perché iniziava lo svuotamento. Dopo un quarto d’ora dal primo annuncio, ne hanno fatto un altro in lingua straniera. Poi ho ricostruito che probabilmente si trattava del padre del bimbo che parlava in russo, proprio perché il piccolo non si trovava da un quarto d’ora, cioè dal momento della chiusura delle vasche. In quella piscina l’acqua sarà stata alta un metro e mezzo circa, ma era torbida. Neanche con la maschera riuscivo a vederlo se non mi mettevo a 15 centimetri da lui, una cosa incredibile”, ha concluso il testimone.