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Caos Juventus e plusvalenze: il retroscena sulle dimissioni

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Juventus, il retroscena sulle dimissioni: plusvalenze artefatte e manovre irregolari, l'indagine è nelle mani della Procura della Figc

L’inchiesta Prisma contro la squadra bianconera, che ha portato alle dimissioni di massa, è iniziata a maggio 2021, quando la procura di Torino ha preso a indagare sui bilanci della Juventus. Alla base delle indagini, il sospetto di bilanci falsati da plusvalenze artefatte e manovre irregolari.

L’indagine sui trasferimenti «a specchio» dei giocatori

Consob e Covisoc – rispettivamente l’organo di vigilanza sulle società quotate in borsa e l’organo di controllo dei club pro – nel luglio 2021 hanno impiantato le loro verifiche sulla gestione dei calciatori e, stringendo il focus su 62 operazioni di mercato (note come «plusvalenze»), di cui soltanto 42 intorno al club bianconero, hanno indagato sui cosidetti «trasferimenti a specchio», ovvero gli scambi di giocatori senza passaggi di denaro ma con effetti positivi sui bilanci delle due società. L’indagine è poi passata alla Procura Federale e, dopo il deferimento di 11 club (tra cui Juventus e Napoli), il processo sportivo è stato chiuso dopo due anni con l’assoluzione di tutte le undici società sportive.

I reati contestati alla Juventus

Da poco i pm torinesi hanno trasmesso gli atti alla Procura della Figc. I reati contestati alla Juve sono: falso delle comunicazioni sociali e delle comunicazioni rivolte al mercato, ostacolo all’esercizio delle autorità di pubblica vigilanza, agiotaggio e uso di fatture per operazioni inesistenti. Si è in attesa dei risultati delle valutazioni del procuratore Giuseppe Chiné riguardo l’eventualità di revoca della sentenza sportiva o l’apertura di un nuovo fascicolo: in questo ultimo caso il club rischierebbe dall’ammenda ai punti di penalizzazione.