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Le nuove direttive che arrivano dal Vaticano fanno la prima vittima. È il caso di don Julian Carrón, che dopo 16 anni si dimette da presidente di Comunione e Liberazione.
Comunione e Liberazione, don Julian Carrón ha dato le dimissioni
Si è trattata probabilmente di una resa incondizionata alle direttive del Vaticano. Dopo uno scontro durato diverse settimane con la Santa Sede e persino con Papa Francesco, il presidente di Comunione e Liberazione si è dimesso. Il successore di don Luigi Giussani, fondatore nel 1954 di Cl, si è visto costretto a rassegnare le dimissioni.
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La decisione, infatti, arriva in seguito alla scelta introdotta dal Dicastero per i laici, la famiglia e la vita. Stando a quanto stabilito dal recente decreto emanato dall’organismo vaticano, i presidenti dei movimenti ecclesiali non possono restare in carica per un periodo superiore ai dieci anni.
Don Julian Carrón rassegna le dimissioni: il suo ruolo ai vertici Cl
Don Julian Carrón era alla guida di Comunione e Liberazione dal 2005. Ha assunto le redini del movimento subito dopo la morte del fondatore ed è stato riconfermato nei panni di presidente anche nel 2008, nel 2014 e nel 2020. Il nuovo mandato lo avrebbe visto in carica per altri 6 anni, terminando nel 2026.
Le nuove direttive, però, gli hanno imposto di lasciare l’incarico entro settembre 2023. In seguito ai malumori e agli scontri tra le fila del Vaticano, Carrón ha accelerato il passo indietro.
Don Julian Carrón ha dato le dimissioni, le sue parole
Carrón ha comunicato la decisione attraverso una lettera, nella quale dichiara: “In questo momento così delicato della vita del movimento ho deciso di presentare le mie dimissioni da presidente della fraternità di Comunione e Liberazione, per favorire che il cambiamento della guida a cui siamo chiamati dal Santo Padre, attraverso il decreto sull’esercizio del governo all’interno dei movimenti, si svolga con la libertà che tale processo richiede. Questo porterà ciascuno ad assumersi in prima persona la responsabilità del carisma”.
Quindi ha sottolineato: “È stato un onore per me esercitare questo servizio per anni, un onore che mi riempie di umiliazione per i miei limiti e se ho mancato nei confronti di qualcuno di voi. Rendo grazie a Dio per il dono della compagnia di cui ho potuto godere, davanti allo spettacolo della vostra testimonianza quotidiana, da cui ho imparato costantemente e da cui voglio continuare a imparare. Vi auguro di vivere questa circostanza come occasione di crescita della vostra autocoscienza ecclesiale, per poter continuare a testimoniare la grazia del carisma donato dallo Spirito Santo a don Giussani, che rende Cristo una presenza reale, persuasiva e determinante, che ci ha investito e trascinato dentro un flusso di vita nuova, per noi e per il mondo intero”.