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Cos'è la laparotomia, l'intervento a cui deve sottoporsi Papa Francesco

Pontefice

Il dottor Luigi Boni, ordinario di chirurgia all'Università di Milano e direttore della chirurgia generale e mini invasiva del Policlinico, spiega cos'è la laparotomia, l'intervento chirurgico a cui oggi pomeriggio sarà sottoposto Papa Francesco

Nel pomeriggio di oggi, mercoledì 7 giugno 2023, Papa Francesco si sottoporrà a un intervento chirurgico presso l’ospedale Gemelli di Roma: laparotomia e plastica della parete addominale con protesi. A spiegare la natura della malattia è stato il dottor Luigi Boni, ordinario di chirurgia all’Università di Milano e direttore della chirurgia generale e mini invasiva del Policlinico.

Il rischio

«All’esterno dell’addome si osserva un rigonfiamento, all’interno si crea invece uno spazio dove può infilarsi un’ansa dell’intestino. Si parla di laparocele incarcerato perché l’ansa dell’intestino si blocca in quello spazio e c’è il rischio che si strozzi». Proseguendo, il professore milanese spiega infatti che il rischio in cui avrebbe potuto incappare il Pontefice era quello di un blocco intestinale, fino addirittura allo strozzamento dell’ansa. «In casi di questo genere si danneggiano i vasi e può esserci una necrosi, evenienza molto pericolosa che richiederebbe poi un intervento importante». Boni aggiunge che, con ogni probabilità, si tratta di una conseguenza dell’intervento ai diverticoli a cui Bergoglio si è sottoposto circa due anni fa: «I colleghi avevano iniziato l’intervento in laparoscopia, che prevede tagli molto più ridotti sull’addome, ma hanno trovato difficoltà e sono passati alla chirurgia tradizionale, cosiddetta a cielo aperto. Questo prevede di fare un taglio di discrete dimensioni a metà addome. Una delle problematiche a lungo termine di questa procedura è che la parete addominale si indebolisce a causa della cicatrice e può appunto cedere, creando un laparocele come in questo caso».

In che consiste l’intervento?

«Con la laparotomia si rientra nel punto in cui si è fatta l’incisione precedente e si rinforza la parete addominale dove si era formato il laparocele. Solitamente si usa una protesi, una rete in materiale sintetico» (Boni).