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Covid, uno spray di nanocorpi per bloccare l'infezione: lo studio dell'Università di Pittsburgh

Covid, spray di nanocorpi per bloccarlo

Alcuni studiosi dell'Università di Pittsburgh hanno ideato uno spray di nanocorpi che potrebbe essere utile a bloccare la proliferazione del Covid.

Un team di immunologi della University of Pittsburgh School of Medicine ha rilevato che per bloccare l’azione della proteina Spike del Covid e la proliferazione dell’infezione potrebbe bastare inalare un aerosol di nanocorpi.

Covid, spray di nanocorpi per bloccarlo

I ricercatori hanno spiegato che le particelle inalabili per bloccare l’infezione sono dei nanocorpi, vale a dire dei frammenti di anticorpo più facili ed economici da produrre rispetto agli anticorpi monoclonali ma anche più stabili, cosa che ne facilita il trasporto e la conservazione anche nei Paesi in via di sviluppo. Yi Shi, docente di Biologia cellulare alla University of Pittsburgh, ha spiegato che per il momento la ricerca è stata sperimentata solo sui criceti e si è notato che un’inalazione riesce a ridurre di circa un milione di volte la quantità di particelle virali.

Gli scienziati hanno rilevato che la terapia può essere efficace nella prima fase dell’infezione (entro 8-9 giorni dai primi sintomi) perché l’effetto è bloccare la replicazione e proliferazione del virus. Quando invece il Covid si aggrava, il problema si trasforma dall’azione del virus alla reazione del sistema immunitario e sarebbe quindi troppo tardi per utilizzare questo farmaco.

Covid, spray di nanocorpi: da cosa è costituito

Il cocktail è costituito da tre classi di nanocorpi. Quelli della prima classe si legano alle regioni che la proteina Spike usa per fondersi ai recettori ACE2 delle cellule umane, facendo in modo che essa non riesca più a connettersi con queste ultime. I nanocorpi della seconda classe vanno invece a neutralizzare delle parti della proteina Spike che tendono a rimanere identiche in tutte le varianti finora osservate, il che renderebbe il farmaco prezioso in vista di nuove mutazioni. L’ultima classe di riesce poi, grazie alle dimensioni minute, a raggiungere punti delle particelle virali che sono inaccessibili ai normali anticorpi umani impedendo alla proteina di piegarsi nel modo necessario per invadere le cellule umane.