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Crisanti: "Caccia ai no vax? Leggi che comprimono la libertà non hanno senso"

Crisanti

Il microbiologo Andrea Crisanti parla delle campagne vaccinali in tutta Europa e delle ipotetiche leggi che potranno essere inserite contro i no vax

Andrea Crisanti, professore di microbiologia a Padova, ha rilasciato un’interessante intervista in cui analizza le diverse campagne vaccinali in Europa e suggerisce al Governo italiano un approccio diverso nei confronti dei no vax.

Andrea Crisanti sui no vax: leggi che limitano la libertà

Secondo Crisanti per debellare il Covid non serve concentrare gli sforzi su chi non si vuole vaccinare per paura o per ideologie, lo evidenzia l’analisi delle situazioni nel resto d’Europa: “La Gran Bretagna ha il 73% di vaccinati, l’Irlanda l’84% con punte del 93% sopra i 18 anni, ma i contagi esplodono. La battaglia non si deve fare sui non vaccinati. Ci sarà sempre chi non vuole vaccinarsi per ragioni ideologiche o per fobia, non ha senso accanirsi creando una spaccatura del Paese e facendo leggi che intaccano le libertà democratiche.

Andrea Crisanti sui no vax: le giuste priorità del Governo

E allora qual è l’obiettivo su cui deve lavorare l’Italia? Crisanti risponde così: “Il 5 o il 10 per cento in più o in meno di vaccinati in questo momento non fa la differenza. Abbiamo 45 milioni di persone vaccinate, potenzialmente disposte a fare la terza dose, su queste dobbiamo fare leva. Questa è la battaglia. Bisognava fare studi prospettici per capire come ci si reinfetta dopo la vaccinazione e quanti anticorpi venivano prodotti.”

Andrea Crisanti sui no vax: l’immunizzazione dei bambini

Infine una chiosa su un tema davvero caldo, l’immunizzazione dei bambini: “Sono convinto che non succederà nulla di grave, ma il trial non ha la potenza statistica per ricapitolare possibili effetti collaterali. Hanno vaccinato tremila bambini, se la frequenza delle complicazioni è uno su 10 mila il trial non lo dice. La cosa buona è che Israele ha cominciato e quindi tra poco avranno vaccinato tre-quattrocentomila bambini. Useremo i dati di Israele.”