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Crisanti sulla variante indiana: "Se è in Veneto vuol dire che è già diffusa altrove"

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Andrea Crisanti ha commentato i due casi di variante indiana individuati in Veneto affermando che potrebbe essere già ampiamente diffusa altrove.

“Se la variante indiana di Sars-CoV-2 è stata trovata in Veneto, vuol dire che è già ampiamente diffusa anche altrove, con queste parole il professor Andrea Crisanti ha commentato la recente individuazione in Veneto di due casi del nuovo ceppo indiano di Covid, avvenuta nella giornata del 26 aprile. Le due persone contagiate sono padre e figlia di nazionalità indiana, recentemente tornate dal paese asiatico.

Crisanti sulla variante indiana: “Già diffusa altrove”

Nel giustificare le sue affermazioni, il microbiologo ha tirato in ballo quella che a suo dire è la scarsa sorveglianza del nostro Paese circa le diverse mutazioni del coronavirus: “Perché il nostro Paese ha una bassissima capacità di sorveglianza, non ha la sensibilità necessaria per intercettare tempestivamente [le varianti ndr]. Ed io sono mesi che dico che bisogna creare un sistema di sorveglianza adeguato in Italia, che ancora non c’è”.

Crisanti sulla variante indiana: “Minacca le riaperture”

Secondo Crisanti inoltre, la comparsa sul territorio italiano della variante indiana potrebbe condizionare negativamente le riaperture iniziate proprio oggi: “Il problema è che tutte queste nuove varianti rappresentano una minaccia sia alle riaperture, per le quali è già un problema la variante inglese, ma sono una minaccia anche al programma di vaccinazione. Vanno monitorate e noi ancora non abbiamo la capacità per farlo. […] Quella indiana sembra una variante che ha un’elevata capacità di trasmissione e, sulla base delle mutazioni che la caratterizzano, potrebbe avere anche una certa resistenza al vaccino”.

Proprio sulla questione vaccini, il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova ha aggiunto: Si abbasserebbe la soglia di protezione. Ciò significa che se una persona vulnerabile è protetta dall’infezione da variante inglese/europea, con questa potrebbe non esserlo altrettanto e fare una malattia più grave”.

Crisanti sulla variante indiana: “Vaccinare durante lockdown”

Il professore ha poi spiegato che lo scenario drammatico che sta vivendo l’India in questi ultimi giorni: Non si può spiegare solo con carenze strutturali, non è questa e basta la questione. Al di là della situazione sanitaria particolare, può accadere ovunque e lo abbiamo visto: laddove c’è trasmissione elevata del virus, c’è più probabilità che emergano varianti e, se si aggiunge anche il vaccino, il rischio è che si creino varianti resistenti. […] “L’ideale quindi sarebbe vaccinare in una situazione di chiusura. Invece noi stiamo facendo l’opposto. È impressionante. Incredibile”.