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Adele De Vincenzi, morta per overdose: svolta al processo

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Svolta durante il processo d'appello per la morte per overdose di Adele De Vincenzi. Condannati il fidanzato e l'amico per omicidio colposo.

Svolta nel processo sulla morte di Adele De Vincenzi. I giudici della Corte d’Appello hanno emesso una sentenza contro il fidanzato e l’amico della ragazza. Adele De Vincenzi è morta il 29 luglio 2017 per overdose, nell’ospedale di Galliera a Genova. Stando alla ricostruzione dei fatti operata dagli inquirenti, la sedicenne originaria di Chiavari avrebbe assunto una dose sproporzionata di mdma. I medici hanno confermato che Adele avesse assunto circa un grammo della sostanza stupefacente: una quantità dieci volte superiore a una dose canonica. I giudici della Corte d’Appello hanno confermato la condanna a Sergio Bernardin, fidanzato di Adele e hanno riconosciuto responsabile anche l’amico Gabriele Rigotti. Il giovane era stato assolto in primo grado, ma ora lo aspettano due anni e otto mesi di reclusione per omicidio colposo.

Svolta al processo d’appello

Dall’esito del processo emerge che sono stati il ventiduenne Sergio Bernardin e il ventenne Gabriele Rigotti a procurarsi la droga che poi Adele De Vincenzi avrebbe assunto. I due avevano comprato le dosi da un pusher diciassettenne a Busalla, anch’egli sotto processo al tribunale dei minori. Poco dopo aver assunto la quantità sproporzionata di mdma la giovane si era sentita male, circa alle 2:30 della notte del 29 luglio 2017. I due ragazzi però non hanno allertato subito i soccorsi: a rendersi conto della gravità della situazione era stato un netturbino. L’uomo si è messo immediatamente in contatto con il 118 e un’ambulanza ha trasportato d’urgenza la ragazza all’ospedale Galliera. Adele De Vincenzi però non ce l’ha fatta ed è morta poco dopo il suo arrivo alla struttura ospedaliera.