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Manuel Bortuzzo, al processo chiesti 20 anni e 10 milioni di euro

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Il pm Elena Neri ha chiesto una condanna a 20 anni di carcere e un risarcimento di 10 milioni per Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano.

È in corso il processo per il caso Manuel Bortuzzo, il giovane nuotatore rimasto gravemente ferito in una sparatoria in piazza Eschilo a Roma, nella notte tra il 2 e il 3 febbraio. Il pm Elena Neri ha chiesto una condanna a 20 anni di carcere per i due aggressori, il 24enne Lorenzo Marinelli e il 25enne Daniel Bazzano. Entrambi i giovani devono rispondere dell’accusa di duplice tentato omicidio aggravato, dal momento che insieme al giovane c’era anche la sua ragazza, Martina. La sentenza è prevista per il 30 settembre.

Caso Manuel Bortuzzo: il processo

Il Campidoglio ha fatto sapere che il Comune di Roma si è costituito parte civile nel processo contro gli aggressori di Manuel Bortuzzo. A Bazzano e Marinelli il pm ha contestato anche la premeditazione, che inizialmente appariva incerta dal momento che il nuotatore non era l’obiettivo dell’agguato. Oltre alla custodia cautelare in carcere, Elena Neri ha avanzato anche la richiesta di un risarcimento pari a 10 milioni di euro. “Una sentenza severa per Manuel c’è già stata”, ha commentato Massimo Ciardullo, legale della famiglia Bortuzzo. La condanna del giovane è “la consulenza medica che ha sancito per lui la paralisi delle gambe. Ora attendiamo una sentenza giusta anche dal giudice”.

La notte dell’aggressione

Secondo la ricostruzione del pm Neri e del procuratore aggiunto Nunzia D’Elia, Manuel e Martina sono stati raggiunti dai proiettili esplosi dalle armi da fuoco di Bazzano e Marinelli nell’ambito di un regolamento di conti tra piccoli malviventi. Dopo una rissa all’O’Connell Irish Pub, i due sono tornati, armati, cercando vendetta. Nonostante le gravissime conseguenze dell’aggressione, il 19enne non si è mai arreso. Ora il suo obiettivo è quello di “tornare in piedi tra dieci anni. Ce la devo fare, ce la posso fare anche prima. Il mio obiettivo richiede molto, anzi, richiede tutto. In questo momento devo sfruttare tutto quello che posso. Sono circondato da fisioterapisti ma ogni tanto mi rendo conto che è difficile lavorare sul niente. A volte penso: ma chi me lo fa fare di stare qua a pensare e non si muove niente?”.