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Funerali di Giovanni Custodero: migliaia a Fasano per l'ultimo saluto

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Migliaia di persone hanno partecipato ai funerali di Giovanni Custodero, scomparso domenica dopo aver scelto di essere sedato a seguito di un tumore.

Sono state migliaia le persone che nella giornata del 13 gennaio si sono riunite a Fasano, in provincia di Brindisi, per il funerali di Giovanni Custodero; il portiere di calcio a 5 scomparso domenica scorsa dopo aver combattuto quattro lunghi anni contro un tumore alle ossa. La triste storia di Custodero era salita agli onori delle cronache il 6 gennaio quando aveva annunciato che sarebbe stato sottoposto a sedazione profonda per cercare di lenire il malessere che da anni gli impediva di vivere dignitosamente.

Migliaia ai funerali di Giovanni Custodero

In prima fila all’interno della chiesa di Santa Maria del Carmine vi erano la fidanzata Luana e la sorella Mariana, che dall’inizio della malattia sono state al fianco di Giovanni per raccontare agli altri il lungo percorso affrontato dal 27enne fino al capitolo finale: quello della sedazione volontaria. Un rapporto con il prossimo riflessosi nella moltitudine di persone riversatesi nella piccola frazione fasanese, che a malapena è riuscita a contenere tutti gli amici, i parenti o i semplici conoscenti venuti a dare un ultimo saluto a Giovanni.

Nella sua omelia, il sacerdote Antonio Esposito ha voluto ricordare la forza con cui Giovanni Custodero ha affrontato la malattia. Forza che era simboleggiata dall’elmo da battaglia divenuto il logo della raccolta fondi avviata per sostenere le cure ed infine posto sulla bara del giovane assieme ad un mazzo di rose bianche.

Il ricordo dell’amico Davide

Durante la cerimonia, l’amico di sempre Davide De Franco ha letto una lettera dalla quale ha raccontato i ricordi dell’ultimo anno passato insieme a Giovanni, ribadendo quello che era il motto del 27enne e cioè di vivere la vita in ogni suo istante: “Grazie a Giovanni sappiamo quanta forza ci vuole per combattere, quanta forza ci vuole per amare e cosa più importante a combattere per amare, proprio come faceva lui. Perché se le tante operazioni e le tante prove gli hanno sottratto le energie, c’è qualcosa che niente e nessuno è riuscito a togliergli: la parte più preziosa e l’unica senza limiti, il coraggio”.

Quando la bara è uscita dalla chiesa decine di palloncini bianchi sono stati liberati in cielo, accompagnati dagli applausi dei tifosi della squadra di calcio del Fasano.