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Uomo avvelenato a Bologna, coniugi confessano: ucciso per derubarlo

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Una coppia di coniugi di Bologna è stata fermata per aver avvelenato di Vito Balboni, l'uomo rinvenuto privo di vita in macchina lo scorso novembre.

È stato avvelenato il 63enne Vito Balboni, l’uomo trovato morto lo scorso 6 novembre in provincia di Bologna la cui morte venne inizialmente archiviata come dovuta a causa naturali. Balboni è stato in realtà ucciso da due coniugi residenti nel bolognese che hanno disciolto alcuni psicofarmaci nella birra che stava bevendo allo scopo di renderlo incosciente e poi derubarlo dei suoi averi. La coppia è attualmente in stato di fermo dopo aver ammesso il delitto ed è indagata per morte come conseguenza di altro delitto, rapina pluriaggravata e indebito utilizzo di carte di pagamento.

Uomo morto avvelenato a Bologna

Stando a quanto ricostruito dagli investigatori anche a seguito della confessione dei due coniugi (54 anni lui e 49 lei), nella birra bevuta poi da Balboni sarebbero state disciolte ingenti dosi di Rivoltril e Nozinan, psicofarmaci con gravissimi effetti collaterali se assunti assieme a bevande alcoliche. Effetti di cui la coppia era perfettamente a conoscenza e che avrebbe sfruttato al fine di poter rendere inerme il 63enne per derubarlo.

Come appurato dalle ricerche svolte dagli inquirenti e dalle segnalazioni della moglie, che ne aveva denunciato la scomparsa il 31 ottobre, dal conto corrente dell’uomo sono stati prelevati in pochi giorni circa 1.900 euro. La donna aveva inoltre detto alle Forze dell’Ordine che il marito era uscito di casa senza cellulare

Balboni, originario di Ferrara ma residente a Bentivoglio, è stato poi ritrovato il 6 novembre successivo all’interno della sua auto parcheggiata in un’area di sosta a Granarolo nell’Emilia. Secondo le analisi svolte dalla scientifica è probabile che l’uomo abbia sofferto un’agonia durata diverse ore – forse addirittura un giorno interno – prima di morire per gli effetti collaterali degli psicofarmaci.

Il precedente nel 2013

Dei due coniugi arrestati la donna, uscita da poco di prigione dopo una condanna a sei anni di reclusione, non era nuova ad episodi di avvelenamento. Nel 2013 infatti narcotizzò sempre a scopo di rapina un venditore porta a porta, che si era presentato a casa sua per fare la dimostrazione di un elettrodomestico. In quel caso l’uomo riuscì fortunatamente a sopravvivere.