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Coronavirus, la lettera di un'autista: "Vogliamo più tutela"

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Un'autista soccorritrice in questa lettera chiede spiegazioni sulla qualità di mascherine utilizzate da politici e medici per il coronavirus

Anita Tumino, un’autista soccorritrice del 118 ha scritto una lettera al direttore della Seus, chiedendo spiegazioni sull’utilizzo da parte di alcuni politici di mascherine di livello superiore per il coronavirus, in contrapposizione quelle di bassa livello fornite per gli operatori sanitari.

Coronavirus, la lettera di una soccorritrice

Trovare delle mascherine in questa piena emergenza coronavirus è davvero impossibile, e anche gli operatori sanitari si sono messi l’anima in pace, utilizzando quelle messe a disposizione dal governo.

Così Anita Tumino, un’autista soccorritrice del 118 però ha voluto scrivere una lettera al direttore della Seus, società che gestisce il 118 della Sicilia, in cui esprime la sua perplessità sull’improprio utilizzo di certi tipo di mascherine di alto livello da parte dei politici, in contrapposizione alla situazione di rischio di contatto più diretto a cui invece sono sottoposti medici e operatori sanitari.

Disparità

Perché il politico intervistato indossava una mascherina di livello superiore, mentre noi Autisti/Soccorritori che interveniamo in emergenza in condizioni naturalmente incognite e imprevedibili, dovendo tra l’altro necessariamente instaurare uno stretto contatto con i pazienti, dobbiamo intervenire con una semplice mascherina chirurgica?”- così incomincia la lettera a cuore aperto di Anita – […] . Inutile dirle che aleggia in noi operatori del soccorso, una dose di crescente preoccupazione che ritengo sia naturale in questo momento, soprattutto per l’alto rischio biologico che corriamo una volta allertati dalla centrale operativa che ci annuncia un intervento”.

“Tutti quanti noi continuiamo a lavorare con spirito di abnegazione e dovere sociale, piuttosto che contrattuale, disponibili sempre a mettere a rischio noi e le nostre famiglie, ma vorremmo farlo con la massima sicurezza- afferma l’autista nel corpo della sua lettera […]. Ritengo che in tal senso, debba essere messo in campo ogni sforzo per continuare in questa direzione. Non le scrivo in qualità di dirigente sindacale, ma in qualità di lavoratrice, ed è proprio alla lavoratrice che piacerebbe poter andare a lavorare con la massima serenità, e la massima sicurezza”, conclude Anita.