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Coronavirus, divieto di fare la spesa con lo skateboard: le multe più assurde

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Non solo le giustificazioni, ma anche le multe trovano delle motivazioni assurde che fanno propendere per abusi di potere.

Quello che ci ha insegnato questa quarantena non è certo il rispetto delle regole: sempre più italiani, infatti, si spostano dalla loro abitazioni impiegando le giustificazioni più assurde. Secondo il Viminale, nonostante i controlli serrati sono tantissimi i trasgressori segnalati e multati. Ma anche tra le motivazioni per le multe ve ne sono di assurde e in certi casi si può parlare di veri e propri abusi di potere. L’associazione dei consumatori Aduc ha raccolto alcune tra le più divertenti segnalazioni degli utenti. Da Nord a Sud si possono trovare episodi di ogni tipo.

Coronavirus, le multe più assurde

Il coronavirus impone ai cittadini un lockdown per alcuni mesi e molti approfittano delle motivazioni più disparate per concedersi un boccata di aria. Dal cittadino che porta a passeggiare la pecora al guinzaglio, fino a quello che viola le norme per concedersi un sano rapporto con la compagna. Nonostante le giustificazioni siano alquanto creative, anche alcune multe trovano delle motivazioni assurde che fanno propendere per abusi di potere.

Un ragazzo di Bologna è stato multato per aver fatto la spesa utilizzando uno skateboard: gli agenti gli hanno notificato una sanzione di 533 euro. Non è previsto come mezzo da utilizzare per la spesa alimentare. E ancora: a Firenze un padre porta a passeggio la figlia (come previsto dalla circolare del Viminale) a 300 metri da casa. Viene multato per aver portato la piccola di 15 mesi a vedere le paperelle sull’affluente dell’Arno. Una donna, invece, ha ricevuto una multa di 280 euro per essersi recata dalla madre alla quale si era rotto il lavello.

A Budoni, invece, un cittadino ha raccontato: “Sono uscito a comprare dei fiori in un mercato del paese, dove sono rimasto confinato a casa della mia ragazza (io vengo da Bergamo), ma siccome i fiori non c’erano sono tornato indietro”. Per i carabinieri non era vero. Esempi simili ve ne sono all’infinito, ma questi potrebbero essere proprio i più assurdi.

L’Aduc ha comunque chiarito che “spesso le forze dell’ordine non sono informate sulle norme da far rispettare. Come la questione dei 200 metri, sono convinti che sia così ovunque, ma il divieto è in vigore in Lombardia e non in tutta Italia”. Un’altra considerazione riguarda invece la pubblica amministrazione, che “mette anche in bilancio i proventi da multe per infrazione al codice della strada, che in questo periodo sono quasi sparite. E quindi, come far quadrare i bilanci?”. Un modo e una riflessione che sembrano assurdi.