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Coronavirus, il racconto di un volontario che testa il vaccino

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Il senso di responsabilità, il nervosismo e qualche problemino fisico: le parole di un volontario che testa il vaccino contro il coronavirus.

Il mondo intero spera che presto possa essere trovato un vaccino per sconfiggere il coronavirus e, proprio per questo, sono molti i gruppi di ricerca che lavorano sperimentazione del farmaco, con alcuni di essi che hanno già avviato i test sull’uomo. L’università di Oxford è stata la prima a muoversi in tal senso e tra i molti volontari che si sono offerti di fare da cavia per il vaccino aniti-Covid c’è Thomas (Tom) de Wilton, Chief Operational Officer (COO) di Oxwash, una start-up fondata da Kyle Grant che recentemente famosa in quanto Biz Stone, il fondatore di Twitter, ha investito 1,7 milioni di $ su di essa. Inoltre la Oxwash si è impegnata ultimamente nella sterilizzazione di camici sia per l’NHS (il National Health Service, il servizio sanitario nazionale inglese).

Il racconto di volontario che testa il vaccino

In un’intervista rilasciata a Business Insider, il COO di Oxwash ha raccontato la sua esperienza con il test del vaccino per combattere il coronavirus. Tom de Wilton parte naturalmente dalla motivazione che lo ha spinto a prendere parte alla ricerca: “Ho pensato che dare il mio contributo a combattere la pandemia di coronavirus fosse la cosa giusta da fare. Oggi molte persone sono e si sentono impotenti. Ma a differenza loro io ero nelle condizioni di poter fare qualcosa di utile per combattere la pandemia pur non essendo un medico. Per iniziare, la start-up presso cui lavoro, Oxwash, ha iniziato a collaborare con l’NHS per sterilizzare l’equipaggiamento e l’abbigliamento medico protettivo per il coronavirus. Ma questo era solo un modo indiretto per aiutare ad affrontare il virus”.

Alla base della scelta dunque un senso di responsabilità e, poco prima dell’inizio, un po’ di nervosismo: “Devo ammettere di essere stato un po’ nervoso e che questo nervosismo lo ha sentito anche mia mamma! Insito in ogni vaccino c’è un che di ignoto e sconosciuto. Inoltre, la sperimentazione a cui ho preso parte è accelerata”. De Wilton fornisce poi interessanti dettagli in merito alla modalità di svolgimento del test: “Il primo stadio comprendeva 510 partecipanti e riguardava la città di Oxford. Ad oggi lo studio è stato allargato ad altre zone del paese, come Southampton e Londra, oltreché esteso a sempre più persone arrivando in questo modo ad aumentare il bacino dei partecipanti a circa 1.100. Tre settimane fa sono dovuto andare al Churchill Hospital di Oxford per uno screening, ho preso il vaccino solo una settimana fa, ora devo aspettare circa un mese prima che i ricercatori mi facciano delle analisi del sangue e dopodiché avrò ancora due visite di controllo”. “Personalmente – ha aggiunto de Wilton – il giorno dopo il vaccino mi sono sentito abbastanza male: alcuni dei sintomi che ho sperimentato sono stati affaticamento, dolori muscolari, dolore al petto e brividi. Eppure due giorni dopo mi sono sentito subito meglio. Diversamente da me, uno dei miei amici che ha preso parte alla sperimentazione è stato bene già a partire dal giorno dopo la somministrazione del vaccino. Si può dunque pensare che gli effetti del vaccino siano diversi da persona a persona e che non tutti si sentono allo stesso modo dopo aver ricevuto la vaccinazione!”