> > Morte Luigi Starita, dieci medici indagati per omicidio colposo

Morte Luigi Starita, dieci medici indagati per omicidio colposo

Il Loreto Mare

I nomi dei dieci medici indagati raggiunti dagli avvisi di garanzia riguardo la morte di Luigi Starita. Acusati di omicidio colposo.

Dieci medici tra l’ospedale di Sorrento e quello di Loreto Mare sono stati iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo, a seguito dell’autopsia sul corpo di Luigi Starita disposta dal pm Barba (procura di Torre Annunziata). L’uomo, originario di Piano di Sorrento, morì di Covid 19 agli inizi di marzo ma la figlia Viviana si dette subito da fare puntando il dito contro i forti ritardi e le responsabilità mediche (tutte da accerttare) che portarono il 75enne alla morte, nonostante le perfette condizioni di salute. Un’altra inchiesta dopo quella aperta decesso di una giovane mamma dei giorni scorsi.

I nomi dei dieci medici indagati

I professionisti raggiunti dagli avvisi di garanzia, a parte il medico di famiglia degli Starita, fanno parte del personale medico dell’ospedale di Sorrento, mentre altri sono i camici bianchi del Loreto Mare. I dieci indagati dovranno adesso dimostrare la propria innocenza davanti ai giudici dopo che i periti hanno proceduto alla riesumazione della salma di Luigi Starita e sulla cui autopsia pendono ora le conclusioni del pm. Non sempre risulta facile la gestione dei pazienti covid a Napoli: lo scorso 24 giugno l’Ospedale San Paolo di Napoli era stato chiuso a causa di un paziente affetto da coronavirus.

Inchiesta Starita, perché medici indagati

Luigi Starita cominciò ad ammalarsi l’8 marzo scorso, ma il medico di famiglia, per telefono, avrebbe semplicemente tranquillizzato la famiglia, denuncia l’accusa. Le condizioni di Starita peggiorano nell’arco di sei giorni, e sempre il medico di famiglia, Federico Coppola, e sempre per via telefonica, prescrive infiltrazioni di Rocefin e Bentelan, senza però richiedre nè tampone tantomeno ospedalizzazione. Stando alla denuncia, Starita entra in una fase di lenta e dolorosa agonia ed è allora che due sanitari della guardia medica accorsi a visitarlo appurano lo stato bronchiale avanzato e si limitano alla somministrazione di vitamina B e sciroppo sedativo. Il tampone, anche stavolta, non venne richiesto. Ma perché,domandarono i familiari? L’accusa circoscrive le risposte dei medici della guardia medica come poco esaustive e in modo seccato. Sarà compito della procura accertare se, già da questa fase, si sia trattato di negligenza e lassismo oppure i tamponi mancavano davvero. L’ambulanza non arriva se non il 19 marzo sull’ennesima, disperata richiesta dei familiari dello Starita. Qui gli atti dell’accusa svelono un retroscena assurdo: i sanitari, senza scendere dall’autoambulanza, avrebbero detto alla figlia di andare di corsa a comprare una bombola d’ossigeno, aumentando il rischio che il coronavirus potesse propagarsi per Piano di Sorrento. Poi di corsa il ricovero in ospedale di Sorrento, ma degli antivirali neanche traccia, nonostante le richieste con tanto di Pec inoltrate anche a Carabinieri e Prefetto. Luigi Starita viene trasferito al Loreto Mare il 24 marzo, dove dal Cotugno arriverà il tampone che accerterà dopo più di due settimane, il contagio da covid. L’uomo muore il 30 marzo, 22 giorni dopo i primi sintomi coronavirus e, beffa nella beffa, mentre i familiari si preparano a dare l’ultimo addio a Luigi, arriva dall’Asl la notifica: Luigi Starita (già morto) è positivo al Covid.