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Coronavirus, Locatelli: "In Italia il 30% dei contagi sono casi importati"

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Per Locatelli il 30% dei casi di Coronavirus in Italia sono importati. Ma il ruolo dei migranti è marginale.

Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, fa il punto della situazione sul Coronavirus in Italia ed evidenzia come una seconda ondata di infezioni è praticamente certa ma potrebbe avere un impatto di gran lunga inferiore rispetto a quanto visto nel periodo febbraio-aprile. In una lunga intervista concessa a Qn, infatti, Locatelli evidenzia come: “L’Italia ha imparato a fronteggiare l’infezione, il Paese adesso è più preparato e ciò potrà aiutare”.

Coronavirus, Locatelli: “Casi importati”

Intanto, però, in Italia – anche secondo quanto riferito dall’ultimo bilancio del 16 luglio – i casi continuano ad assestarsi su una media di 180-200 giornalieri. E per Locatelli si tratta perlopiù di positivi importati da Paesi esteri: “Condivido la scelta di Speranza di chiudere i voli dai Paesi ancora a rischio. Mentre resta marginale il ruolo dei migranti“.

Per quanto concerne il 70% del resto dei contagi di Coronavirus, invece, Locatelli evidenzia come sia diviso tra i vari cluster in Italia (come per esempio quello di Bologna o del Veneto) oppure casi isolati che vengono diagnosticati in modo del tutto casuale, spesso prima di un’operazione chirurgica come il caso di Cosenza. Inoltre, Locatelli spiega come l’età media dei positivi al Covid si sia abbassata per via di un eccessivo rilassamento della popolazione più giovane.

E per quanto concerne i morti di Coronavirus, il presidente del Consiglio Superiore di Sanità fa il punto della situazione: “I morti che hanno ferito le nostre coscienze sono quasi tutti dovuti al Covid. Per non parlare delle morti indirette di chi non ha potuto ricevere trattamenti tempestivi nelle settimane più difficili dell’emergenza”.