> > Andrea Crisanti: "Gli studenti facciano il vaccino per l'influenza"

Andrea Crisanti: "Gli studenti facciano il vaccino per l'influenza"

Crisanti Vaccino antinfluenzale

Per Crisanti il rientro a scuola sarà "un momento importante per le sorti dell’epidemia": per questo, consiglia vaccino antinfluenzale agli studenti.

Alla luce dell’incremento dei contagi in Italia, in netta crescita soprattutto dalla fine del mese di luglio, il microbiologo e direttore del dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova, Andrea Crisanti, consiglia di sottoporre a tamponi tutti gli stranieri che raggiungono il nostro Paese, evitando casi di importazione e la formazione di nuovi focolai. E proprio mentre si rialza la curva epidemica e si teme una seconda ondata in autunno, Crisanti incoraggia gli studenti affinché facciano il vaccino antinfluenzale, soprattutto in vista del rientro a scuola a settembre.

Crisanti: vaccino antinfluenzale per gli studenti

Per Andrea Crisanti il rientro a scuola potrebbe determinare un nuovo andamento epidemico. Per il professore dell’Università di Padova, infatti, “sarà un momento importante per le sorti dell’epidemia”. A tal proposito, ha dichiarato: “La prima e più importante misura è: fare i vaccini contro l’influenza stagionale. Incoraggiare la vaccinazione anti-influenzale il più possibile”. Infatti, ha aggiunto: “Se la maggior parte degli studenti si vaccina contro l’influenza stagionale, che puntualmente si presenta in autunno, facciamo un grande aiuto al sistema sanitario. Così facendo, si evitano casi di caos, ovvero di studenti con sintomi che assomigliano a quelli del Covid-19, ma che non lo sono”. “E poi, consiglierei di dire agli studenti che provengono da aree con focolai di stare a casa: i presidi dovrebbero farlo. Dunque le autorità dovrebbero comunicare loro in tempo reale i dati dai cluster di possibile focolaio”, ha aggiunto.

Bisogna ricordare le “tre priorità”: “La prima, proteggere il corpo docente, gli allievi e tutti gli operatori della scuola. La seconda, far sì che le scuole non siano moltiplicatori di contagio. Infine, c’è un’esigenza legale: se ci sono contagi, la scuola non può essere responsabile, il preside va sollevato dalle responsabilità“.

Secondo Crisanti, inoltre, per evitare nuove situazioni di confusione e difficoltà è necessario uniformare e cambiare le procedure: “Anche la temperatura corporea che viene considerata la soglia di pericolo attualmente, cioè 37.5 gradi, è la temperatura sbagliata”. Infatti, ha spiegato: “Per i bambini e i ragazzi andrebbe abbassata a 37.1, 37.2, perché i più giovani sviluppano la malattia in modo meno aggressivo, dunque anche una temperatura più bassa può essere rivelatrice. E poi, bisogna mettersi tutti d’accordo su come la temperatura viene rilevata: in autunno, all’apertura delle scuole, non può essere che ogni mamma la provi in modo diverso”.

Il caso della Cina

Sulla curva del contagio della Cina, invece, ha spiegato che si tratta di una realtà “differente da quella di tutti gli altri paesi del mondo”. Quindi ha aggiunto: “Di solito la curva osserva le seguenti quattro fasi: latenza, esponenziale, crescita lenta, plateau. In Cina manca la parte esponenziale: qualcosa non viene detto. La Cina ha enormi responsabilità, condivise con l’Oms”.

Infatti, Crisanti ha ricordato: “Ancora a gennaio i cinesi andavano dicendo che il virus si trasmetteva da animale a uomo, non da uomo a uomo. L’hanno ammesso solo dopo che a rivelare la verità sono stati gli scienziati di Taiwan. E non hanno ammesso fino ad aprile il rischio rappresentato dagli asintomatici. Mi chiedo: perché i cinesi hanno mentito? E che cosa hanno visto gli ispettori dell’Oms?”.