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Divisa scolastica diversa in base ai sessi, la preside cambia idea

Divisa scolastica preside

In un istituto comprensivo nella provincia di Brindisi, la preside ha cambiato idea sull’adozione di una divisa diversa per maschi e femmine.

Aveva scatenato la polemica dei genitori, il provvedimento da parte del dirigente scolastico di un istituto comprensivo in provincia di Brindisi di far adottare una divisa scolastica diversa per maschi e femmine. La divisa avrebbe dovuto infatti comprendere gonna blu e camicia bianca per le femmine e pantaloni e cravatta per i maschi. Questo aveva portato le famiglie a protestare contro la preside chiedendo che le ragazze fossero libere di indossare gonna o pantalone come nel precedente anno scolastico. Avevano così scritto alla preside oltre che all’assessore alle pari opportunità, avviando anche una raccolta di firme. “Ritengo di ripristinare le divise già adottate nei precedenti anni scolastici”, ha scritto la dirigente scolastico nella nota ufficiale.”

Divisa scolastica, la decisione della preside

“Per la cordialità dei rapporti con la comunità dei genitori al fine di ripristinare immediatamente l’intesa cordiale, che con alcuni sembra essere in parte allentata, ritengo di ripristinare le divise già adottate nei precedenti anni scolastici. I genitori sono liberi, se preferiscono di adottare altro modello”. Lo ha scritto nel provvedimento la dirigente dell’istituto comprensivo Tre di Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi. La preside aveva disposto che dall’anno scolastico 2020-2021 maschi e femmine avrebbero indossato una divisa diversa. Una decisione che non era piaciuta ai genitori che avevano avviato una lotta con la preside durata qualche giorno.

Oltre alla questione di diversità di genere, i genitori ne avrebbero contestati anche i costi. La divisa avrebbe avuto un costo di 35 euro, ma avrebbe poi compreso un eventuale cambio. Nonostante l’accordo sia stato trovato le ultime dichiarazioni del dirigente scolastico avrebbero fatto scattare una serie di polemiche da parte di Collettiva Tfq di Brindisi, della sezione provinciale della CGIL e di Arcigay del Salento. La preside avrebbe infatti motivato la sua scelta come una forma di sensibilizzazione verso il corpo femminile.