> > Covid, Gimbe: "Chiusure localizzate o avremo 500 morti al giorno"

Covid, Gimbe: "Chiusure localizzate o avremo 500 morti al giorno"

Coronavirus Bergamo esercito bare

La fondazione Gimbe lancia l'allarme: "Presto potremmo avere 500 morti al giorno".

La situazione Covid in Italia si sta facendo grave, e la fondazione Gimbe lancia l’allarme: “Presto potremmo avere 500 morti al giorno”. Ma “c’è ancora tempo per evitare il lockdown generalizzato, però se aspettiamo di avere 40mila contagi al giorno, arriveremo a 500 morti al giorno“. Così si è espresso Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione, intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano Campus. “Se noi vogliamo prevenire dei numeri tra due settimane dobbiamo intervenire oggi. Occorrerebbero chiusure locali. Già dai primi di settembre sosteniamo che bisogna agire con chiusure localizzate anche drastiche a livello di singoli comuni e province”.

Covid, “rischio 500 morti al giorno”

“Stando ai dati che vengono dalla letteratura scientifica e che si riferiscono ai mesi di marzo-aprile – ha detto ancora il presidente della Fondazione Gimbe – uno degli interventi necessari è il divieto di eventi e assembramenti di oltre 10 persone, questo permette di avere degli effetti di riduzione della diffusione del contagio più efficaci e rapidi. Poi ci sono tutti gli altri interventi di chiusura, fino ad arrivare al lockdown totale“.

E ancora: “Il primo step è quello di cominciare a fare in modo che le persone si incontrino di meno. Queste cose però andrebbero spiegate alla popolazione in maniera molto chiara, perché altrimenti non si capisce perché si prendono delle determinate misure e si pensa che alcuni interventi siano un accanimento verso determinate attività”.

“Con il dpcm del 24 ottobre – avevano spiegato qualche settimana fa – in 14 giorni l’indice Rt si ridurrà del 20-25%.” Ma questo “valore non sufficiente a piegare la curva dei contagi”. Per dimezzarla serve, dicono, un lockdown totale di 28 giorni. “Le blande misure dei primi due dpcm sono state neutralizzate dalla crescita esponenziale della curva epidemica”.