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Crisanti sull'aumento dei casi in Veneto: "Non è la variante inglese"

andrea crisanti

Il professor Andrea Crisanti si è espresso in merito all'aumento dei nuovi casi di Covid in Veneto, smentendo che sia dovuto alla variante inglese.

Dopo giorni in cui il Veneto registra un costante aumento dei nuovi contagi arriva finalmente il parere di Andrea Crisanti, l’uomo considerato l’artefice del modello veneto durante le prima ondata di coronavirus. In collegamento con la trasmissione televisiva L’Aria che tira, Crisanti ha spiegato che i contagi attuali non derivano dalla variante inglese ma da un insieme di diversi fattori tra cui il massiccio utilizzo dei tamponi rapidi e la il periodo trascorso dalla regione nella zona gialla.

Nuovi contagi in Veneto, parla Crisanti

Alla domanda se il recente aumento dei nuovi casi in Veneto sia dovuto alla variante proveniente dal Regno Unito, Crisanti ha risposto: “Penso proprio di no. Consideri che il Veneto ha fatto finora 36 sequenze complete e nessuna di queste corrisponde alla variante inglese. Dopodiché sono stati sequenziati dei pezzetti di virus e sembra che alcuni di questi condividano delle mutazioni, ma questo non vuol dire che siamo in presenza della variante inglese o che la variante inglese sia responsabile del contagio in Veneto”.

Successivamente il professore ha spiegato come secondo lui l’attuale problema della regione risieda principalmente in due fattori: “Il primo è la zona gialla, che è stata influenzata o determinata da questi 21 parametri tra cui pesano moltissimo i posti nelle terapie intensive. Ciò crea un effetto paradosso per cui il virus circola perché ci sono più posti in terapia intensiva, quindi più persone si ammalano e più persone poi di fatto muoiono come probabilità. […] L’altro fattore è quello di aver puntato tutto sui tamponi rapidi, che hanno una sensibilità bassa, i quali hanno permesso che le Rsa venissero infettate. In Veneto abbiamo una percentuale di Rsa senza precedenti e questo è dovuto al fatto che il personale delle Rsa è stato screenato con i tamponi rapidi.

Il nodo della quantità dei tamponi

Crisanti smentisce inoltre le parole del presidente del Veneto Luca Zaia, secondo il quale l’aumento dei contagi era dovuto al fatto che i tamponi fatti nella regione fossero in numero maggiore rispetto a quelli fatti altrove: “È una questione statistica, più tamponi si fanno e più si interrompono le catene di trasmissione, quindi è vero che facendo tantissimi tamponi si creerebbe all’inizio e per pochi giorni un aumento dei casi, ma poi questo dovrebbe essere seguito – se si interrompono le catene di trasmissione – da una drastica diminuzione dei casi e dei morti. Qui invece abbiamo un aumento dei casi e dei morti senza precedenti.