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Scontava l’ergastolo per l’omicidio del figlio di due mesi, morto Denny Pruscino

Denny Pruscino morto

Denny Pruscino è morto in carcere: il 42enne stava scontando l’ergastolo per aver ucciso il figlio neonato di soli due mesi.

È morto in carcere per un malore Denny Pruscino, 42 anni. L’uomo stava scontando l’ergastolo per l’omicidio del figlio di due mesi: l’efferato delitto venne compiuto nel 2011.

Denny Pruscino è morto in carcere, aveva ucciso il figlio di due mesi

Denny Pruscino è stato stroncato da un malore improvviso sopraggiunto poco dopo aver preso parte a una partita di calcetto con altri detenuti. Avvertito il malessere, il 42enne originario di Folignano, in provincia di Ascoli Piceno, è stato soccorso e trasportato in ospedale dove è deceduto.

Pruscino, recluso nel carcere Due Palazzi di Padova, stava scontando l’ergastolo – pena divenuta definitiva dopo la sentenza annunciata dalla Corte di Cassazione nel 2016 – in quanto colpevole dell’omicidio del figlio neonato Jason. Il delitto risale al mese di giugno del 2011.

Al momento, non è ancora nota l’esatta causa della morte dell’uomo. A tal fine, la Procura di Padova ha disposto che la salma sia sottoposta ad autopsia.

L’ergastolo, la storia di violenze domestiche e l’omicidio di Jason

L’omicidio del piccolo Jason, due mesi, sconvolse profondamente l’opinione pubblica soprattutto per la brutalità del delitto. Il neonato scomparve tra il 23 e il 24 giugno del 2011 e, poco dopo l’avvio delle ricerche, gli investigatori cominciarono a portare a galla una storia di violenze domestiche e maltrattamenti.

In considerazione della ricostruzione dei fatti formulata, Pruscino avrebbe scaraventato più volte il corpo del bimbo contro il divano, innervosito da pianto del figlio. Dopo aver ucciso il neonato, l’uomo ne fece scomparire il cadavere.

Per l’omicidio di Jason, è stata incarcerata anche la mamma del piccolo, Katia Reginella, condannata a 18 anni di reclusione poiché ritenuta responsabile del delitto. La donna, infatti, non sarebbe intervenuta per salvare la vita del figlio ma avrebbe aiutato il compagno a disfarsi del corpo.

La coppia era già nota ai servizi sociali poiché aveva esercitato violenza anche sugli altri due figli, dati in adozione dal Tribunale dei Minori per i maltrattamenti subiti che hanno lasciato i piccoli con gravi menomazioni.